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Covid, ultimi aggiornamenti di oggi. Bologna ad un passo dalla zona rossa. Veneto in crescita

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Covid ultimi aggiornamenti della giornata di oggi in cui troviamo diverse novità e dichiarazioni di autorità sul tema.
Apre la rassegna una buona notizia: in Germania l’emergenza è passata.
Grande entusiasmo in Germania in quanto oggi riaprono i parrucchieri dopo due mesi di lockdown.
Dopo le scuole, ripartite in molti Laender con le lezioni in presenza la settimana scorsa, si tratta della prima categoria ad avere il semaforo verde, nella Repubblica blindata in un lockdown duro dal 16 dicembre.
Ristoranti, negozi, hotel, istituzioni culturali e centri sportivi sono ancora in attesa delle decisioni del vertice Stato Regioni di mercoledì prossimo. Ma i parrucchieri hanno avuto la precedenza: ne va della dignità personale, secondo chi ha preso questa decisione.
Da noi le cose non vanno altrettanto bene. Di pochi minuti fa la notizia per cui a Bologna “oggi l’Rt è di 1,34, simile a quello di ieri, ma oggi registriamo il record di nuovi casi: siamo vicini agli 800. La situazione è complessa” ha detto Paolo Bordon, direttore generale Ausl di Bologna, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso di una videoconferenza.
Più in generale Bordon ha detto che “stiamo vivendo una fase vicino a quella di inizio pandemia, come la primavera di un anno fa. Siamo tornati a quel tragico inizio film”.
“Per quanto riguarda la Città metropolitana di Bologna siamo a un passo dalla zona rossa” dice invece il sindaco

Virginio Merola ospite di Start su Sky TG24.
“Abbiamo preso un provvedimento ‘arancione scuro’ (partito sabato scorso, ndr) – aggiunge – ma dalla nostra Asl al nostro sistema ospedaliero ci segnalano che la situazione ricoveri sta aumentando in modo notevole e che il peggio deve ancora avvenire. Penso che da qui a venerdì dovremo valutare ulteriori restrizioni”.
Qualche minuto fa ha parlato anche Massimo Galli, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano: “In questi giorni sono stato bersagliato da critiche per aver detto, prima di altri, un’evidenza: che siamo a fare i conti con delle varianti che ci fanno prevedere che di malati ne avremo molti di più, e che rischiamo di dover di nuovo fronteggiare un’ondata pesante di infezioni”.
Massimo Galli, responsabile della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, durante la trasmissione ‘Agorà’ su Rai Tre ha spiegato che era stato uno dei primi a lanciare l’allarme per la circolazione delle nuove e più diffusive mutazioni del Sars-Cov-2.
D’altronde, ha aggiunto Galli, professore ordinario di infettivologia all’Università di Milano, commentando le immagini degli assembramenti, “le cose non stanno andando per niente bene, è evidente. Vediamo comportamenti sciagurati, e l’elemento tragico è l’illusione di avere alle spalle qualcosa, che invece abbiamo davanti”.
A fronte di questo, “il lockdown ha un pregio e un limite: il pregio è quello di far crollare le infezioni, il limite è che quando riapri, se le situazioni non vengono contenute, sei punto a capo. Però ora abbiamo il vaccino”, che “è uno strumento valido e importante, basta però che ci sia”.
E Galli pare avere ragione se questa mattina (lunedì) è stato confermato che nelle terapie intensive della Puglia è stata raggiunta la “soglia critica” di occupazione dei posti letto pari al 30%.
Il report è di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Nell’area non di Medicina Covid (pneumologia e malattie infettive)

invece il tasso di occupazione dei posti letto è del 34%, sotto di sei punti percentuali rispetto al limite fissato dal ministero della Salute al 40%.
C’è allarme anche nelle Marche per i dati di questa mattina: 446 i positivi al covid rilevati nelle ultime 24 ore nella regione tra le nuove diagnosi, di cui ben 295 in provincia di Ancona.
Guardando in casa nostra, oggi in Veneto sono 603 i nuovi contagi Covid registrati nelle ultime 24 ore, e “solo” 5 i decessi.
Si tratta di numeri che, come di consueto nei fine settimana, potrebbero risentire di un ritardo nel caricamento

dei dati nella macchina sanitaria.
Il totale degli infetti da inizio epidemia sale così a 334.250, quello delle vittime a 9.852.
Ma il Veneto resta aggrappato alla zona gialla grazie agli importanti coefficienti del tasso di occupazione di posti letto ospedalieri che sono molto lontani da essere preoccupanti anche se però la tendenza è tornata in crescita, così come è in crescita il coefficiente Rt.

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