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Verso un Dpcm ‘ponte’: misure dal 7 al 15 gennaio

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Covid e misure anti-Covid: per il dopo lockdown un provvedimento ponte dal 7 al 15 gennaio con possibilità di proroga del decreto Natale o il ritorno alle fasce con stop spostamenti.
Queste le intenzioni per le misure post-natalizie.
Verrà nuovamente re-introdotto lo spostamento tra le regioni, ristoranti e bar solo da asporto nel prossimo week end e ancora il divieto di ospitare più di due persone a casa, tra amici e parenti.
E’ dunque la linea delle restrizioni delle festività, quella ipotizzata dal Governo e dai tecnici per dopo l’Epifania.
Ormai vicini alla scadenza del decreto natalizio, al momento prevista il 6 gennaio, esso potrebbe essere prorogato con un’ordinanza del ministro della Salute. Ma non è l’unica ipotesi in campo.
Il premier Giuseppe Conte ha in piedi un tavolo con il ministro Boccia, i capidelegazione della maggioranza e il Comitato Tecnico Scientifico. Da qui è emersa l’idea

di un ‘provvedimento ponte’ tra il 7 e il 15 gennaio.
Al momento le scuole di pensiero sono due: quella di mantenere in vigore le misure vigenti fino al 15 gennaio (arancione nei feriali e rossa nel weekend), data di scadenza dell’ultimo Dpcm, oppure di tornare in zona gialla per il 7 e 8 gennaio, per poi passare alle misure della fascia arancione il weekend del 9 e 10 e, successivamente, sulla base del monitoraggio, assegnare le fasce per la settimana seguente.
Il nuovo provvedimento conterrà comunque misure che saranno applicate a livello nazionale, aldilà del sistema delle fasce, ed è stato illustrato ai governatori, che potrebbero fare il loro assenso fin da subito.
L’orientamento del governo, in ogni caso, è quello di stilare un’ordinanza che sia condivisa il più possibile.
Il premier Conte è stato anche chiaro sulla scuola: la didattica in presenza al 50% negli istituti deve ripartire dal 7, ma non è ancora scontato che

tutte le Regioni decidano di allinearsi a quanto stabilito a livello nazionale. I numeri ancora alti del contagio preoccupano i governatori e, soprattutto al Sud, i tavoli con i prefetti hanno prodotto risultati soddisfacenti solo in alcuni territori. “Come governatori abbiamo fatto tutto ciò che era necessario in tema di sicurezza per i trasporti in accordo con i prefetti, ma restano molte criticità sul contenimento della pandemia”, avvertono i presidenti di Regione in quota Lega.
E comunque ogni ragionamento non può prescindere dall’ultimo bollettino: sono 14.245 i nuovi casi di coronavirus in Italia domenica. Le vittime sono invece 347.
C’è una leggera flessione nel tasso di positività al Covid, che si attesta al 13,8% rispetto al 17,6% di ieri, ma continuano ad aumentare i pazienti ricoverati in terapia intensiva per coronavirus in Italia: sono 14 in più rispetto a ieri, con 154 nuovi ingressi registrati.
2.583 i ricoverati in terapia intensiva, contro i 2.569 del giorno precedente.
23.075 persone, 127 in più, i ricoverati nei reparti “comuni”.
Tra le proposte di modifica dei coefficienti c’è

quella di rivedere in funzione più restrittiva l’indice Rt, uno degli indicatori d’allarme che fa scattare le fasce per le regioni. In particolare, la soglia di Rt che fa scattare la fascia arancione sarebbe abbassata a 1 (invece dell’attuale 1,25) mentre per la fascia rossa basterebbe il raggiungimento di un Rt pari a 1,25 (invece dell’attuale 1,50).
Al momento, comunque, sSembra ormai certo che nel week-end del 9 e 10 gennaio in tutta Italia saranno in vigore almeno le misure previste per la zona arancione, che potrebbe invece diventare ‘rosse’ se ci fosse un accordo con le Regioni.
Chiusure di bar e ristoranti anche a pranzo, ma aperti solo per la vendita da asporto è un’altra opzione. E’ invece quasi certo che al 7 gennaio e fino al 15 verrà consentito lo spostamento tra le regioni solo per ragioni di necessità, così come il divieto di ospitare a casa più di due parenti o amici, minori di 14 anni esclusi.

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