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Coronavirus nel veneziano in leggera crescita. A Mestre un ricovero

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Coronavirus nel veneziano in leggera crescita. A Mestre un ricovero
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Coronavirus nel veneziano in leggera crescita. Attualmente sono 112 i casi nel nostro territorio con un aumento di +4 rispetto al giorno precedente.
Tre persone sono ricoverate, una all’Angelo di Mestre e 2 a Dolo, nessuno in terapia intensiva.
Crescono anche le persone in isolamento: ora sono 261.

Sul computo dei casi recenti pesa la situazione di Jesolo. Con un altro tampone positivo scoperto mercoledì, sono ora 5 i dipendenti positivi del ristorante oggi chiuso.
Si tratta per buona parte di cittadini del Bangladesh, un altro filone di indagine diventa così quello dei luoghi di culto di questi stranieri. L’ulss 4 è molto attiva nelle ricerche ma l’indagine non è semplice: oltre a cercare una Moschea vera e propria i tecnici devono verificare se vi sono altri locali in cui i fedeli si radunano in preghiera che potrebbero essere vani privati messi a disposizione, oppure ex negozi chiusi al pubblico, ecc.
In una stagione “normale” sono circa duemila i lavoratori impiegati per la stagione turistica di sola nazionalità bengalese, da qui l’esigenza di intervenire tempestivamente e soffocare eventuali focolai.

VENETO
L’indice più preoccupante di queste ore è quello dei veneti in isolamento domiciliare.
Mercoledì il bollettino regionale indicava 3.074 persone confinate a casa. La cifra contiene chi ha avuto contatti con i positivi, ma anche i positivi veri e propri che secondo le ultime linee guida non devono più essere ricoverati finché i sintomi non diventano preoccupanti.

Le persone in isolamento domiciliare con residenza in Veneto sono cresciute di 284 in più in 24 ore.
E’ anche questo ormai un indice diventato cruciale per valutare l’andamento della pandemia: ai primi di luglio in Veneto c’erano un migliaio le persone in isolamento domiciliare, oggi abbiamo superato i 3.000.
Tre i decessi in Veneto nelle ultime 24 ore.

SITUAZIONE IN ITALIA
Salgono i contagi da coronavirus nel nostro paese. Nelle ultime 24 ore i casi di positività sono aumentati di 289 (ieri erano stati 212 in più), secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 6 (ieri erano state 12). Solo due regioni, Umbria e Basilicata, non registrano nuovi positivi. Una settimana fa erano cinque.

Le persone attualmente positive in Italia sono 12.616 (+7), mentre le vittime da inizio epidemia salgono a 35.129. I casi totali di positività al coronavirus sono 246.776. I guariti sono 199.031 (+275). I pazienti in terapia intensiva sono ora 38, in calo di 2 unità. Sono 11.847 quelli in isolamento domiciliare (+27), 731 quelli ricoverati con sintomi (-18).

Si tratta di numeri che mostrano una tendenza ad un leggero ritorno della diffusione del virus. Purtroppo a fianco delle statistiche c’è il capitolo delle vittime e questo comprende anche i sanitari. Tra gli altri, ultimo in ordine di tempo, ha perso la vita anche un medico anestesista: Nello Di Spigno.

Con questa perdita sale a 176 il bilancio complessivo dei medici morti per la pandemia da Covid-19. Il numero aggiornato è reso noto dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), che include nella lista dei camici bianchi deceduti medici in attività, medici in pensione e professionisti in pensione ma richiamati in servizio o ancora in attività.

Nelle ultime settimane sono deceduti Paolo Paoluzzi (gastroenterologo, in pensione), Fiorlorenzo Azzola (medico e direttore sanitario Rsa), Josef Leitner (medico di medicina generale, in pensione), Gianfranco Conti (medico di medicina generale), Pierluigi Cecchi (pediatra), Davoud Ahangari (medico di medicina generale), e, appunto, Nello Di Spigno (anestesista rianimatore).

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