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Coronavirus, Venezia città aperta ma ‘sospesa’

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Di Giorgia Pradolin.

Coronavirus, Venezia città aperta ma 'sospesa'

‘Venezia sospesa’. E’ questa la definizione che usa l’Ansa, la più importante agenzia giornalistica italiana, per descrivere la nostra città oggi.
E’ una domenica quasi primaverile, ma è soprattutto il primo giorno in cui i veneziani si confrontano con il decreto che trasforma Venezia e la sua provincia in area a “limitata movimentazione” (la terminologia di ‘zona rossa’ è stata abolita). La descrizione della città è desolante. Non ci sono posti di blocco, le forze dell’ordine non controllano ne’ presidiano al momento, come ha confermato oggi il Questore di Venezia, ma l’effetto del dpcm si autoalimenta.

Vaporetti semi deserti attraversano un Canale Grande mai così immobile. E’ una città sospesa Venezia, con pochi turisti, senza alcun taxi acqueo nei canali e quale rara gondola.
Clima da ‘coprifuoco’ anche nello snodo di Piazzale Roma, al solito affollatissimo in domeniche come questa, e lo stesso vale per il Ponte di Calatrava. Pochissime le auto in arrivo anche dal ponte translagunare, che collega Venezia alla terraferma.

L’Actv, l’azienda del trasporto pubblico, conferma che tutti i mezzi, vaporetti e autobus, sono in funzione, ma è netta la diminuzione di passeggeri, soprattutto di turisti. La stazione ferroviaria di Santa Lucia si presenta a sua volta con pensiline semi-deserte; qui non c’è stato in pratica nessun ‘assalto’ di viaggiatori per uscire dalla zona di isolamento.

I caffè di Piazza San Marco sono aperti, ma ai tavoli sono molto pochi gli avventori: tra questi, una giovane coppia di turisti di Bergamo, con il loro bambino: avevano programmato 4 giorni a Venezia e li hanno trascorsi, anche se partiranno stasera e non domattina. Ma solo perché, dicono, il bambino è molto stanco, la paura da Covid-19 non c’entra.

In Facebook si pubblicano commenti di residenti che segnalano comunque turisti in arrivo sui consueti vicini appartamenti in locazione turistica chiedendo delucidazioni sul famoso decreto, mentre altri segnalano gruppi sulle gondole addirittura in formazione serenata. Venezia sta provando a vivere nella sua consueta normalità ma il dato oggettivo dice che a fianco la nostra sede gli arrivi sono stati tutti cancellati uno dopo l’altro fino a maggio.
Per tanti anni abbiamo sostenuto il coro che protestava: “Venezia non può vivere di solo turismo”. Ora, però, occorrerebbe un esercizio di auto-consapevolezza per confessare che: “Venezia non può vivere completamente senza turismo”.

Il Patriarca di Venezia, Mons. Moraglia, sempre attento ai problemi della città e dei suoi concittadini, ha scritto alle monache e ai monaci dei cinque monasteri di clausura presenti in Diocesi: “Le chiedo la preghiera della sua comunità affinché questo momento di prova e sofferenza possa essere, per tutti, occasione di crescita nella santità». Mons. Francesco Moraglia chiude la sua lettera raccomandando particolarmente «i malati, coloro che li seguono, gli anziani e i poveri».

Aldilà di schieramenti contrapposti e di posizioni politiche o socio-economiche divergenti, tutti vorremmo rivedere il sole oltre le nubi, e una preghiera, forse, ci salverà.

(categoria “virus cinese”, aggiornamento 8 marzo 2020 ore 12.00)

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