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Coronavirus all’ospedale di San Donà, lavora in radiologia. Zaia: “Più tamponi per tutti” (ma meno agli infermieri)

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Il bollettino locale sul coronavirus di domenica mattina (riferito ai dati ufficiali di sabato ore 17) si apre con il caso di San Donà. Si tratta del primo contagio accertato all’interno dell’ospedale e il caso riguarda una operatrice di Radiologia. La donna è risultata positiva al tampone e sarebbe stata ricoverata a Jesolo. I colleghi di reparto, a loro volta, sono stati sottoposti al test che non ha rivelato altre positività. Il reparto di radiologia di San Donà, che non ha interrotto l’attività, è stato sanificato.

San Donà conta ora 15 casi di contagio, ce ne sono 5 a Jesolo, uno a Cavallino-Treporti, 3 a San Stino di Livenza, 5 a Portogruaro, 3 a Gruaro e un altro a San Michele al Tagliamento.
L’ospedale di Jesolo si è riorganizzato allestendo due nuove aree dedicate all’emergenza. Attualmente le persone ricoverate sono 15. I ricoverati hanno un’età compresa tra 60 e 70 anni e sono residenti nel territorio.

OSPEDALE DI JESOLO: SITUAZIONE SABATO POMERIGGIO
8 pazienti ricoverati in area non critica
7 pazienti ricoverati in terapia intensiva

OSPEDALE DI SAN DONA’
San Donà non ha in questo momento alcun paziente ricoverato per coronavirus. Quello precedente, che si trovava in terapia intensiva, è stato trasferito per l’aggravarsi delle sue condizioni.

CORONAVIRUS NEL VENEZIANO
Sono 21 i ricoveri in più nel Veneziano rispetto a venerdì. Sono 113 i pazienti ricoverati nel nostro territorio.
Diventa, intanto, a due direzioni la procedura di accertamento con i tamponi. Da una parte il presidente Luca Zaia annuncia che inizierà un monitoraggio a tappeto che testerà anche la gente per strada o nei supermercati. Dall’altra la Regione ha comunicato che agli operatori sanitari che sono entrati in contatto con pazienti contagiati e sono asintomatici verranno fatti solo tre tamponi: uno all’inizio, uno dopo sette giorni e uno dopo 14 giorni. Fino a ieri un infermiere o un medico che aveva avuto contatto ravvicinato con un malato veniva testato ogni 48 ore.

La decisione, che avrà pure una sua logica forte, appare andare in direzioni opposte (come altri del Governatore in questi giorni, osserva qualcuno) e lascia sul tappeto diverse domande che i perplessi si pongono: ma allora tamponi ce ne sono molti o scarseggiano? Non avevano detto che non bisognava esagerare con i test per non intasare il ‘collo di bottiglia’ che sono i laboratori? Siccome il virus può manifestarsi dopo anche dopo 2-3 giorni, significa che un infermiere inizialmente negativo ha 3-4 giorni di tempo per contagiare gli altri fino al tampone successivo? Se c’è la possibilità di eseguire più test, non ha più senso aumentare i controlli a chi lavora in ospedale a contatto con i malati anziché ridurli?

Al momento, ad eccezione di alcune timide riflessioni sindacali, i sanitari si adeguano e proseguono nella loro fondamentale missione di salvare vite con quanto viene dato loro. Parlando con qualcuno, però, l’impressione è che la pentola potrebbe scoperchiarsi per le troppe pressioni sul personale senza proporzionali tutele.

RICOVERI NEL VENEZIANO PER CORONAVIRUS

Ospedale dell’Angelo di Mestre
32 ricoverati in area non critica
12 ricoverati in terapia intensiva
7 persone decedute
3 persone dimesse

Ospedale Civile di Venezia
9 ricoverati in area non critica
4 ricoverati in terapia intensiva
1 persone decedute
4 persone dimesse

Ospedale di Dolo
17 ricoverati in area non critica

Ospedale di Mirano
12 ricoverati in area non critica
11 ricoverati in terapia intensiva
1 persone dimesse

Ospedale di Chioggia
1 ricoverati in area non critica
1 persone decedute

Ospedale di Jesolo
8 ricoverati in area non critica
7 ricoverati in terapia intensiva

CORONAVIRUS IN VENETO
I positivi al Coronavirus registrati in Veneto sabato sera sono 1.994, con un aumento di 57 casi rispetto alla rilevazione precedente.
Le persone decedute sono 60, 5 in più di stamane.
Sono 124 i pazienti ricoverati in terapia intensiva (+6).
Sono 118 i dimessi complessivi.
Il cluster di Vo’ non segnala nuovi casi di positività.

ZAIA: “TAMPONI PER STRADA”
Il governatore Luca Zaia ha avanzato una proposta “rivoluzionaria”: “Sui tamponi non accettiamo lezioni da nessuno: sono quello che ha voluto tamponare tutti i cittadini di Vo’ e oggi è un case history. Abbiamo un progetto che presenteremo la prossima settimana, li eseguiremo anche on the road, fuori dai supermercati, al personale dei supermercati e ad altri perché più positivi troviamo, più ne isoliamo e meno diffusione abbiamo”.

Zaia si dice soddisfatto del lavoro fatto nella regione. “Abbiamo fatto 29 mila tamponi, siamo la comunità che ne ha fatti di più per milione di abitanti, a livello mondiale La Corea, di cui tanto si parla, viene dopo i veneti per numero tamponi”.

Il governatore del Veneto Luca Zaia non parla esplicitamente di Vo’ ma per la prima volta fa capire che il Veneto potrebbe smentire i grafici più allarmistici sull’estensione del virus. “Non nego che c’è una timida risposta che potrebbe anche diventare positiva”, rileva, grazie “all’atteggiamento che i cittadini hanno saputo tenere in relazioni alle restrizioni”.

(categoria “virus cinese”)

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