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Coronavirus, all’Ulss 3 Veneziana da oggi infermieri e medici restano in corsia

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Coronavirus, all'Ulss 3 Veneziana da oggi infermieri e medici restano in corsia

Venezia, Mestre e in tutti i presidi dell’Ulss 3 Serenissima: cambia tutto. Non è più previsto per medici, infermieri e operatori sanitari stare a casa in quarantena. Questo il senso dell’ultimo provvedimento adottato dall’azienda sanitaria in forza al decreto legge n.14 dello scorso 9 marzo.
Da oggi, quelli che hanno o avranno contatti con un positivo restano comunque in prima linea in corsia. Non dovranno nemmeno fare il test con il tampone. L’importante è che non si manifestino sintomi. L’iniziativa desta alcune perplessità, soprattutto tra gli operatori. La paura è quella di un salto di barricata collettivo con sbilanciamento dei numeri: da persone sane che assistono a persone malate da assistere.

L’ulss 3 Serenissima è impegnata, d’altra parte, in un confronto senza precedenti contro il virus.
Erano circa 300 gli operatori in quarantena fino alla scorsa settimana. Ne sono già rientrati un centinaio per ‘fine periodo’, mentre gli altri dovranno riprendere servizio ora con le nuove norme nei prossimi giorni.
Sono 160 le persone malate nel suo territorio di competenza, 54 ricoverate nelle diverse sedi ospedaliere mentre le restanti 106, positive ma asintomatiche, sono in isolamento domiciliare.

VENEZIA PROVINCIA
La propagazione del virus pare nel suo momento peggiore: sono questa mattina 160 i casi di contagio da Covid-19 nel Veneziano, numero che segna 15 casi in più rispetto al giorno precedente, il 10% in più (145).
Tre nuovi casi si sono registrati a Mirano e sono tutti ricoverati in Malattie Infettive.

MARGHERA
Tra i nuovi casi anche quello di una dipendente di Euro Ristorazione, che gestisce la mensa dell’Agenzia delle Entrate di Marghera. L’azienda cautelativamente ha sospeso dal lavoro 14 dipendenti ed ora provvederà all’igienizzazione dei locali.

CHIOGGIA
Valli e Conche vedono i cittadini molto preoccupati per il diffondersi del virus. Il parroco, don Massimo Fasolo, 61 anni, è stato trasferito a Padova ed è sempre in condizioni molto gravi ed è ora arrivata la notizia della morte di Nino Bertaggia, 97 anni, padre di Fiorello Bertaggia, 68 anni, deceduto domenica all’ospedale di Chioggia. Sul decesso del padre 97enne non vi sono al momento cause certe, l’uomo non aveva neanche mai fatto il test per il virus, non ce n’era l’esigenza. La notizia, tuttavia, ha contribuito ad alimentare ansia e preoccupazione nei concittadini.

CONTAGIATI DAL VIRUS E RICOVERATI NEGLI OSPEDALI VENEZIANI (SITUAZIONE AGGIORNATA A MARTEDI’ SERA)
Ospedale Civile di Venezia: 8 persone ricoverate in reparti non per acuti, 3 in terapia intensiva, deceduti 1, dimessi 2.
Ospedale dell’Angelo di Mestre: 19 persone ricoverate in area non critica, 11 ricoverati in terapia intensiva, deceduti 4, dimessi 1.
Ospedale di Mirano: 5 persone ricoverate in area non critica, 5 ricoverati in terapia intensiva, 0 deceduti, 0 dimessi.
Ospedale di Dolo: 2 persone ricoverate in area non critica.
Ospedale di Chioggia: 1 persona ricoverata in area non critica, 1 persona deceduta.

FERMARE IL VIRUS: CHIUDERE TUTTO
E mentre solo due giorni fa il governatore del Veneto Luca Zaia dichiarava commentando il noto dpcm sul coronavirus che ci riguardava: “Ci devono spiegare perché il Veneto è stato dichiarato ‘zona rossa’ dato che abbiamo solo due cluster e sono ospedalieri quindi contenuti…”, ora il presidente si unisce al coro che chiede: “Chiudere tutto in Italia per 15 giorni…”.
Il ventesimo giorno dell’era del coronavirus vede superata la quota simbolo di 10mila contagiati.
1.004 dei quali sono guariti, ma si registra il più alto numero di vittime: 168 in un solo giorno, 135 dei quali in Lombardia.

Ecco perché dalle Regioni del Nord, Lombardia e Veneto su tutte, è arrivato un nuovo appello per un’ennesima stretta: “chiudete tutto per 15 giorni”. I governatori vogliono che restino in funzione solo i servizi essenziali mentre negozi (ad eccezione di quelli di generi alimentari, farmacie e parafarmacie) e attività produttive vengano chiuse subito.
“E’ il tempo della fermezza – sono le parole, chiarissime, di Fontana – Bisogna chiudere tutto adesso per ripartire il prima possibile. Le mezze misure non servono”. Parole subito raccolte da Matteo Salvini. “Sto con i governatori e i sindaci che chiedono misure ferme, certe, sicure – dice il leader della Lega – Salvo i servizi essenziali, è necessario chiudere tutto subito”.

Per il momento l’esecutivo prende tempo. “Vi assicuro che il Governo continuerà a rimanere disponibile e risoluto ad adottare tutte le misure necessarie a contrastare con il massimo rigore la diffusione del contagio”, ha detto Conte ai leader dell’opposizione ricordando però la necessità di valutare tutti gli interessi in gioco.
Dunque le misure in vigore restano quelle previste dal Dpcm annunciato dal premier nella serata di lunedì: tutta Italia è ‘zona protetta’, con restrizioni agli spostamenti possibili solo per motivi di salute, lavoro e necessità.

SERVIZI GARANTITI
Palazzo Chigi e Protezione Civile hanno rivolto un appello ai cittadini che, come successo a Milano quando furono annunciate le prime zone rosse, hanno preso d’assalto i supermercati. “Si potrà sempre uscire per acquistare generi alimentari e non c’è alcuna necessità di accaparrarseli ora perché saranno sempre disponibili”, dice Palazzo Chigi. E il commissario Borrelli conferma: “chiedo a tutti di non correre ad accaparrarsi generi alimentari e prodotti per la pulizia e l’igiene, perché questo materiale” non mancherà. Insomma, “i supermercati saranno sempre riforniti, tutto quello che serve sarà sempre a disposizione”. Piuttosto che prendere d’assalto i negozi di generi alimentari, la prima cosa che tutti i cittadini dovrebbero fare è rispettare le disposizioni indicate dalle autorità. Lo ha ribadito palazzo Chigi con un vademecum, lo ha confermato Borrelli.

(categoria “virus cinese”, aggiornamento 8 marzo 2020 ore 12.00)

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