Mose. Allarme inventato?
Ma chi l’ha detto che il Mose era arrugginito, che le cerniere erano a rischio corrosione, chi, per piacere? Le voci tendenziose sono state smentite dal Provveditore e dai commissari del Consorzio Venezia Nuova : i materiali certificati, le saldature, i cassettoni hanno superato l’esame di prova dei test. Sembrano godere di ottima salute.
Ma cosa ha scritto allora l’Espresso in un suo recente artcolo, con chi ha parlato il giornalista? Se è vero che a creare l’allarme era stato il prof, Gian Mario Paolucci, già lo scorso ottobre, oggi a smentirlo c’è la relazione del Provveditore alle Opere pubbliche Roberto Linetti, che sostenuto dai Commissari del Consorzio Venezia Nuova, ha emanato un comunicato stampa per dire a Venezia e al mondo, che il fatto non sussiste.
Non è vero che esistono rischi a causa della mancanza di protezione data dagli elementi posizionati sott’acqua delle tre bocche di porto. Non è vero che le cerniere sono corrose e a rischio, non è vero che le saldature sono instabili.
E’ invece vero, dice la relazione congiunta, che la provvisorietà registrata dalla perizia del prof. Paolucci, aveva un suo perché, scientificamente dimostrabile. La tecnica di protezione stimata in dieci anni di tenuta, avrebbe poi consolidato la sua postazione, che sarebbe diventata definitiva dopo la messa in opera delle paratoie.
I materiali sono sicuri e garantiti e i collaudatori certificano che la meccanica è stata sottoposta a prove che non danno alcun segno di allarme. Quindi, a collaudo avvenuto, chissà mai perché in tutti questi mesi si è parlato di corrosione, di ruggine e di cedimenti…
Un’interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle si accoda ai mille interrogativi dei veneziani, che continuano a non capire, a non esser messi in condizione di valutare il falso dal vero.
L’ennesimo, amletico interrogativo pesa, non solo sul Mose e sulle sue svariate vicende, ma anche sul buon senso di cui i veneziani non sono privi e che si dichiarano stanchi di “variazioni sul tema” su quel Modulo sperimentale meccanico, che avrebbe dovuto salvare Venezia dall’alta marea.
Andreina Corso