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Conte e la Nazionale: i soldi pagano tutto, se poi arrivano i risultati… Di Mattia Cagalli

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antonio conte vincente

Alla fine è arrivata anche l’ufficialità: Antonio Conte è il nuovo Ct della Nazionale italiana.
Sulla carta è stata la migliore scelta possibile, anche se bisognerà vedere se lavorando solo alcuni giorni ogni mese, il primo commissario tecnico del sud riuscirà a trasmettere la sua grinta.

Quindi ora dopo la polemica sull’ingaggio (pagato in gran parte dallo sponsor Puma), comincia la nuova avventura, anche se con un filo di ironia.

E’ strano vedere Conte chiamato dalla Federazione ad allenare la nazionale, dopo che quella stessa Federazione lo aveva squalificato ritenendolo invischiato nel calcioscommese.

Lo stesso Conte che aveva definito ‘vergognoso’ il trattamento ricevuto, ora ha dimenticato tutto. Evidentemente cinque milioni di euro sono un’ottima medicina.

Comunque dal momento della sua elezione, il nuovo presidente Tavecchio due cose buone le ha già fatte. Oltre all’ingaggio di Antonio Conte (comequandodoveeperché non conta), ha fatto abolire la responsabilità oggettiva delle società per la ‘discriminazione territoriale’.

Oserei dire: finalmente! Una regola ingiusta che colpiva i clubs per il comportamento dei tifosi e soprattutto alquanto ipocrita.
Gli sfottò tra nord e sud ci sono sempre stati ma il virus del politically correct aveva colpito improvvisamente il mondo del calcio.

Spero solo che questa decisione giusta non sia stata presa solamente perché alla fine le più colpite erano proprio le grandi squadre.

Nel frattempo il calciomercato continua, sempre con il suo andamentolento e ad essersi maggiormente adeguato è il Napoli.
Troppo importante il preliminare di Champions League e nessuno crede alle parole di Benitez quando dice che ‘Uscire non sarebbe una tragedia’.

Non superare l’Atlethic Bilbao sarebbe un cataclisma sportivo/economico di proporzioni bibliche. De Laurentis attende i gironi ufficiali per aprire il portafogli ma questo non è il metodo corretto per una squadra che vuole continuare a crescere.

Non può dipendere tutta la tua strategia da un paio di
partite, per di più a meno di quindici giorni dall’inizio del campionato.

Lo stesso numero di giorni che restano ad Adriano Galliani per consegnare dei rinforzi degni di questo nome a Filippo Inzaghi.

Il povero allenatore del Milan probabilmente si sta già ripetendo da giorni, come un mantra ‘Perché ho accettato? Perché ho accettato?’. Rischia seriamente di bruciarsi alla prima occasione e di non arrivare nemmeno al famigerato panettone.

Ad essere contento e gongolare di tutta la rosa milanista, l’unico è probabilmente il povero Agazzi. Bocciato senza appello per un errore contro il Manchester City, ha avuto la sua rivincita con la prestazione di Diego Lopez nell’amichevole di
Valencia. Una serie di errori del portiere spagnolo che dimostrano che essere esterofili non sempre paga.

Inter e Juventus, al momento sono ferme. Sembrano attendere l’offerta e l’occasione, spendere tanto per spendere non rientra nelle loro strategie.

I neroazzurri attendono sempre i quindici milioni per Guarin che però nessuno sembra intenzionato a sborsare.

Un obiettivo è Biabiany che sarebbe ben felice di tornare a Milano e probabilmente dopo il mercato di Thohir potrà considerarsi concluso.

A Torino sognano il colpo last-minute, l’ultima voce vuole la società di Agnelli interessata a Falcao del Monaco.

La domanda spontanea è ma con quali soldi? Come può un club italiano permettersi di pagare sessanta milioni di euro di cartellino e dodici di ingaggio?

Come si può solo pensare che i bianconeri possono arrivare ad acquistare il colombiano?

Chi vivrà? Vedrà.

Mattia Cagalli

20/08/2014

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