Cocoricò chiuso per quattro mesi. Il provvedimento era nell’aria ma nessuno si immaginava un pugno così di ferro. Il Cocoricò, una delle più famose discoteche italiane, dovrà restare chiuso per quattro mesi.
Il provvedimento porta la firma del questore di Rimini, Maurizio Improta.
La chiusura è collegata alla morte di Lamberto Lucaccioni, il sedicenne di Città di Castello morto per una overdose di ecstasy il 19 luglio.
Ma la morte di Lamberto, per la questura, è solo la tragedia finale di un elenco di episodi drammatici elencati nel documento che ordina la chiusura temporanea, adottata in base all’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps). Nel documento si parla di furti, lesioni, rapine, fino alla violenza sessuale.
La misura «nasce dalla necessità di contrastare tutti quegli aspetti devianti» e ha lo scopo, in particolare, viene sottolineato, di «fornire tutela ai minorenni».
«Ciò che è accaduto al Cocoricò non si deve più ripetere» afferma il prefetto di Rimini, Giuseppa Strano, senza entrare nel merito.
Il Codacons parla invece di «una sanzione leggera se rapportata alla gravità dell’episodio» e chiede «controlli a tappeto nelle principali discoteche del Paese per verificare la diffusione di sostanze stupefacenti».
Il provvedimento potrà essere impugnato entro 30 giorni davanti al prefetto ed entro 60 giorni davanti al Tar.
Redazione
03/08/2015
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