Niente vitalizio a Renato Chisso. Dopo che, giorni fa, il gip gli aveva bloccato il Tfr, arriva ora anche il blocco del giudice per il trattamento economico legato al vitalizio regionale.
Il giudice Massimo Vicinanza ha deciso e l’ex assessore regionale ai Trasporti e alla Mobilità della prima Giunta di Luca Zaia, coinvolto nello scandalo Mose, non avrà né il tfr né la «pensione».
Stando alle norme regionali, palazzo Balbi avrebbe dovuto erogare il trattamento all’ex assessore, a meno che, appunto, non si fosse mossa la magistratura.
Renato Chisso, a fine novembre, aveva patteggiato una pena a 2 anni e 6 mesi agli arresti domiciliari oltre alla restituzione di due milioni di euro.
Il vitalizio regionale avrebbe dovuto essere di circa seimila euro al mese.
Sulla decisione, con ogni probabilità, verrà presentato ricorso.
La Regione del Veneto aveva considerato il trattamento legittimo: la legge regionale prevede l’esclusione dell’assegno «in favore di chi sia condannato in via definitiva per delitti contro la pubblica amministrazione con una pena di 3 anni», Chisso, con i suoi 2 anni e 6 mesi di condanna e Galan (2 anni e 10 mesi) rimangono infatti al di sotto del limite della legge per l’esclusione.
Monica Manin
26/08/2015
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