Il fatto, che poi ognuno di noi può leggere in chiave diversa per spiegare la piega presa dal tessuto sociale della città, avviene domenica scorsa, 28 settembre, verso le ore 16.
Agenti della Polizia municipale di turno in Piazza San Marco sono stati avvicinati da alcuni turisti malesi che hanno chiesto informazioni sull’indirizzo di una struttura da loro prenotata via internet per il soggiorno a Venezia.
Gli agenti, insospettiti dall’indirizzo del quale conoscevano già per dei pregressi, hanno accompagnato i tre turisti all’alloggio riuscendo così ad accedere all’appartamento. All’interno della struttura erano già alloggiati altri 5 ospiti, anche questi di nazionalità malese, in città per un soggiorno turistico.
L’attività, al terzo piano di un edificio, è risultata abusiva, visto che la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) era stata revocata nei mesi precedenti.
Al proprietario, di nazionalità italiana, sono stati quindi contestati l’esercizio abusivo dell’attività, il mancato versamento al Comune di Venezia dell’imposta di soggiorno per tutto l’anno in corso e la pubblicità abusiva su internet.
Sarà inoltre ancora verificato se il proprietario abbia provveduto a denunciare la presenza degli stranieri alla Questura di Venezia, come disposto dall’art. 109 del Tulps.
Il fatto verrà poi segnalato all’Agenzia delle Entrate per i mancati introiti.
Sono in corso infine ulteriori accertamenti per quanto riguarda gli scarichi reflui, in base alle legge n. 171/1973, e la regolarità dell’alloggio dal punto di vista urbanistico-edilizio.
Laura Beggiora
01/10/2014
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