‘La condizione del cinema non è, o non è soltanto, il movimento delle immagini, ma quel qualcosa, quel punctum in cui l’immagine si stacca dal mondo e diventa linguaggio, ovvero qualcosa di nuovo e ancora non visto nel mondo.”
Che cos’è il cinema? A domandarselo uno degli esperti, critico, sceneggiatore e regista, Mario Sesti, che grazie a Donzelli Editore (pp.199, 22€), esce in libreria con una raccolta di incontri e conversazioni, estrapolate da masterclass realizzate al Festival di Roma e meetings in giro per il mondo, con i grandi autori degli ultimi decenni, registi ed interpreti della settima arte.
Il volume raccoglie infatti, le riflessioni e le confessioni di coloro che hanno fatto e continuano a fare, la storia del cinema. Attori del calibro di Meryl Streep, Sean Connery e i nostrani Toni Servillo o Valeria Golino, ma anche registi come David Lynch, Terrence Malick e Giuseppe Tornatore.
La Festa del Cinema di Roma è stata l’occasione ideale per ”mettere in scena” questi incontri significativi fra autori ed attori con anni e anni di carriera alle spalle. C’è chi proviene dal teatro e racconta come la forma perfetta del corpo sia fondamentale, chi famoso autore è convinto che essere registi non significhi dettare legge sul set ma stringere rapporti sinceri con i propri attori, farli sentire a proprio agio e liberi di esprimersi.
O ancora chi, come Meryl Streep, Al Pacino e Robert De Niro, dimostrano di essere umili, veri amanti della loro professione, che definisco una vera e propria ”arte” e che non rinunciano ad elogiare chi li ha portati lì, dove nonostante tutto, non si sentono ancora arrivati.
Tra i registi c’è Lynch, che confessa quanto sia importante per lui sperimentare, chi è più timido ma rivela una speciale profondità d’animo come Malick e chi come Wim Wenders spende parole di elogio per la fotografia, l’origine del cinema, chi invece vede la musica come parte fondamentale della sua arte tzigana.
Esperienza e novità si uniscono, ed ecco che l’ultima si colora di modernità con il metteur en scene, Olivier Assayas e l’avanguardista Nicolas Winding Refn, che traggono ispirazione proprio dal passato, lo rispolverano e lo fanno nascere a nuova vita. A completare il libro, alcuni omaggi ad artisti speciali che ci hanno lasciato, ma impressi nei cuori e nelle menti di tutti gli italiani, nonché gli interventi di famosi critici cinematografici, colleghi e amici dell’autore.
Sesti non è il famoso noto critico dei Cahiers du Cinema, André Bazin, ma allo stesso modo, attraverso questi ”a tu per tu” è riuscito a creare l’occasione giusta per chi ama il mondo del cinema, di conoscere più approfonditamente chi è leggenda e mito di allora e d’oggi, tra riflessioni filosofiche, pensieri morali e la possibilità di imparare ed essere ispirati dai grandi della settima arte.
Alice Bianco
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