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Carnevale, occasione per educare turisti e visitatori di Venezia

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Carnevale, occasione per educare i visitatori di Venezia

Corre l’obbligo di apprezzare i buoni intenti del Comune di Venezia nel cercare di insinuare suggerimenti ai turisti, ai visitatori, riguardanti il rispetto per la città. Le iniziative possibili: consigli, inviti, ammonimenti e reprimenda (che può essere severa, ma anche incoraggiante, educativa) .

Nel linguaggio comune il termine decalogo è usato per indicare l’insieme di regole che disciplinano un settore o un’attività.
Ed è proprio la somiglianza con il decalogo, che comunque supera i dieci precetti, ad essere utilizzata come chiave giusta per diramare tramite gli oramai celebri smartphone, consigli e guida in diverse lingue tramite face book, twitter, che in queste giornate del Carnevale, arrivano fino a 6500 visualizzazioni giornaliere.

Daremo l’addio quindi ai vecchi manifesti affissi lungo i percorsi della città, vicini alle stazioni di Santa Lucia e di Piazzale Roma, a due passi da Piazza San Marco o ben visibili sugli imbarcaderi. Ora il turista deve fare solo quello che già fa. Tenere gli occhi sullo smartphone e seguire i consigli, magari dal vaporetto, senza distrarsi a osservare Venezia che scorre sul Canal Grande.

Da “Rispetta la città, a Scopri luoghi lontani dal Centro, e ancora la sollecitazione a non bivaccare sui monumenti e sui ponti, a non mangiare seduti per terra…” per poi invitare a non comprare merce contraffatta, per non incorrere in sanzioni e multe.

Il tutto via web con soddisfazione dell’Assessora al Turismo Paola Mar che saluta benevolmente la maggiorazione del 30% dei turisti negli alberghi in queste giornate che celebrano il Carnevale della vanità.

E promette un’attenzione per Mestre, in previsione di restauri a carattere alberghiero anche in zone definite “degradate”, in virtù di quella promessa che il Sindaco Luigi Brugnaro ha assicurato all’Unesco, di rivedere il concetto dei flussi turistici, nella loro spartizione e utilità, garantendo così alla città di poter gestire gli arrivi, di evitare gli eccessi e di lavorare per restituire a Venezia quella dimensione umana che le spetta.

Il decalogo informatico per il momento ha raggiunto lo scopo di essere letto, ma non si sa se verrà anche applicato, quel che risulta evidente è la difficoltà di conciliare domande e offerte, aspettative e rinunce, caos e tranquillità, diritti e doveri.

Nel nome di Venezia gli ingredienti dello smarrimento si sommano, fino a perdere il conto.
Mentre è chiaro e riscontrabile il vantaggio economico che la parte turistica della città riceve e aumenta di giorno in giorno, quale precetto e premio in grado di ignorare il decalogo web.

Andreina Corso

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