Cathy Forzi, sindacalista di polizia alle Baumettes: «Qui i prigionieri vivono come al club Med».
Si parla del carcere di Marsiglia alle Baumettes, fino a quanto si sapeva indiscutibilmente sovraffollato (1900 detenuti per 1350 posti) e notoriamente insalubre.
Foto di gruppo, durante l’ora d’aria oppure no, in pose divertite da comitiva in vacanza, di detenuti mentre fumano hashish, si fanno aria con ventagli di banconote da 50 euro, utilizzano i telefonini per chiamare mamma, fidanzata o pusher.
Carcere di Marsiglia, luogo di detenzione forzata o no? Questo quello che hanno pensato tutti quanti hanno visionato selfie e autoscatti condivisi dagli stessi detenuti su Facebook. 4.800 «mi piace» sul loro profilo, intitolato — con una certa impudenza — «MDR o Baumettes» (Morti Dal Ridere alle Baumettes).
Foto e video degli ‘ospiti’ del penitenziario durante le vacanze di Natale, ma anche dell’estate scorsa, mostravano mostravano momenti di relax in cella con un narghilè, mazzette di contanti (in carcere i detenuti non dovrebbero avere cash), pacchetti di «fumo» proveniente da un altro genere di spaccio, una varietà di cellulari da far invidia a un negozio cinese di telefonia.
L’album della vita alle Baumettes è finito però sulle pagine del quotidiano locale, La Provence , e da lì su tutta la stampa nazionale, provocando non soltanto la chiusura della pagina su Facebook, ma anche l’apertura di un paio di inchieste, un discreto terremoto politico e una raffica di perquisizioni un po’ più approfondite nelle celle e negli spazi comuni.
Intanto all’interno del carcere sarebbe stato praticato un ‘giro di vite’ alle libertà, compreso a quella che ha permesso di comunicare con l’esterno creando la pagina Facebook: via gli smartphone.
Mario nascimbeni
[07/01/2015]
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