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Dal disastro di Parma alle speranze di Coppa

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Campionato, dal disastro di Parma

Il calcio italiano è malato, oramai non ci sono più parole per dirlo.

Quando il Presidente della Federazione Giuoco Calcio, si rende conto nel girone di ritorno che la situazione di uno dei venti club, è drammatica… Qualcosa non va davvero. Il Parma, si dice certo Tavecchio, giocherà sabato e rispetterà gli impegni fino alla fine della stagione.

Sarebbe bello sapere in base a quali dati, il presidente si dice certo di questa affermazione. Nella città ducale, la speranza e la fiducia non sono più di casa. Nonostante questo il presidente (?) Manenti non cede all’idea del fallimento pilotato e trascina l’agonia dei giocatori e dei tifosi.

Proprio questi ultimi per una volta meritano una lode, la beffa che stanno vivendo non o li ha spinti ad atti assurdi ma semplicemente ad una forma di protesta civile.

Dopo l’esperienza Tanzi, quella di Ghirardi ne è una “indegna” erede. Giustamente i parmensi preferiscono una società in serie D ma pulita che serie B con dirigenti quanto meno ambigui. Quello che lascia perplessi davvero è totale mancanza di controlli, il calcio è un porto franco, dove tutto sembra permesso. Dove le regole possono non essere rispettate o aggirate con qualche accordo.

In Europa infatti, dove le regole vengono fatte rispettare, il Parma è stato prontamente escluso. Erano solo trecentomila euro diceva Ghirardi inviperito questa estate, sceneggiata delle dimissioni e di cessione del club. Un debito di oltre novanta milioni di euro, eppure a settembre i gialloblu sono regolarmente iscritti al campionato. Questo paese sembra dirti, invitarti a farla grossa, perché più grande è il crimine e meno grave sarà la sua valutazione.

La regolarità del campionato è in bilico ma le regole sono molto chiare, in caso di fallimento nel girone di ritorno, tutte le avversarie del Parma prenderanno tre punti a tavolino.

Quello che è certo è che qualunque decisione venga presa, sia fatto in fretta. Già una partita è stata rimandata a data da destinarsi, per la lotta salvezza questa situazione non è sopportabile. L’auspicio al ritorno ai 18 club è sempre più necessario.

Nel frattempo le nostre squadre di vertice, sono impegnate nelle coppe europee.

Nel primo round, la Juventus ha avuto la meglio del Borussia Dortmund in una buona partita che ha però sottolineato ancora una volta l’inadeguatezza di difensori come Chiellini e Bonucci. Considerati i migliori di Italia ma in realtà mediocri. Si dimostra sempre più decisivo invece Carlitos Tevez, considerato mai determinante in coppa.

Ora il ritorno non sarà una passeggiata ma la vittoria, per quanto risicata consente due risultati utili su tre.

Quelle che giovedì dovranno davvero impegnarsi sono Fiorentina, Roma, Inter, Torino e Napoli. A parte l’ultima, tutte hanno un cammino in bilico nei sedicesimi di Euro League.

Questi club, come tutti quelli italiani devono entrare nella mentalità che la seconda competizione d’Europa non è qualcosa da snobbare. Per quanto possa sembrare una perdita di tempo, conta a livello di ranking internazionale. Dobbiamo quindi arrivare il più avanti possibile.

calcio italiano

Mattia Cagalli

25/02/2015

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