Ennesimo caso calcioscommesse in Italia, ennesima inchiesta su gare truccate con risultati pilotati in funzione delle scommesse. L’indagine è sviluppata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
Sono cinquanta le persone arrestate tra dirigenti, calciatori, allenatori, imprenditori: un’ennesima vagonata di fando nel mondo del pallone.
Settantasette il numero totale degli indagati, per 28 partite ritenute truccate, tra Lega Pro e Dilettanti, 33 squadre coinvolte.
L’indagine, dai risvolti inquietanti e stucchevoli, parla anche – tra i molti altri casi – di una partita del Prato Calcio (tra le gare citate dal procuratore di Catanzaro Vincenzo Lombardo c’è infatti Prato-Santarcangelo dell’8 ottobre 2014, che si concluse 3-0 per i toscani) e del Sassuolo
(gara di Coppa Italia tra Sassuolo e Pescara, con un tentativo di combine poi fallito).
L’inchiesta su questa nuova tranche di calcioscommesse è condotta dalla polizia e dalla Procura distrettuale di Catanzaro, che scrive nel provvedimento di fermo: «È ai ragazzi che si affacciano al mondo del calcio (…) che gli attori protagonisti di questo nuovo romanzo criminale arrecano il maggior danno (…)». E ancora: «Alcuni dirigenti, presidenti e manager ormai concepiscono la gestione delle proprie società o di quelle da acquisire di volta in volta, esclusivamente come una “fonte di reddito” derivante dalle scommesse che essi stessi piazzano e fanno piazzare sulle partite che sono stati in grado di truccare».
Un quadro drammatico emerso dall’esame di oltre diecimila intercettazioni telefoniche. Grazie alle registrazioni delle telefonate sarebbe stato possibile stabilire gli interessi degli scommettitori su alcune gare di Lega Pro come Barletta-Catanzaro, Cremonese-Pro Patria, Monza-Torres, L’Aquila-Tuttocuoio e molte altre ancora. Questo mentre i finanziatori esteri, soprattutto serbi, chiedevano di puntare anche su partite del campionato di serie B e Coppa Italia come Crotone-Catania, Livorno-Brescia e Sassuolo-Pescara.
L’obiettivo del gruppo, riassumono gli inquirenti, era «conseguire vincite in scommesse per milioni di euro, che venivano effettuate prevalentemente su siti esteri, dopo aver utilizzato lo strumento della corruzione di calciatori e dirigenti sportivi».
Una telefonata tra Vittorio Galigani, già d.s. di molte società di calcio, anche di A e B, ed Ercole Di Nicola, d.s. dell’Aquila, parla di Claudio Lotito, presidente della Lazio: «Hai attaccato Lotito a tutto andare» dice Di Nicola a Galigani. Nella telefonata emerge che in Federcalcio il 17% dei voti proveniente dai club di Lega Pro garantisce la presidenza a Tavecchio e che Tavecchio e Macalli sarebbero «in mano a Lotito, che li ricatta».
Dalla telefonata emerge che Lotito sarebbe proprietario oltre che del club capitolino anche di Salernitana e Bari; e che grazie alla società Infront riconducibile ad Adriano Galliani, sempre secondo i due, Lotito controllerebbe anche il Brescia.
Roberto Dal maschio
20/05/2015
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