Quando il trend di una squadra non cambia e se ne analizza l’andamento di domenica in domenica, si rischia di essere ripetitivi.
La terza sconfitta consecutiva dell’Hellas Verona conferma le analisi fatte e rifatte più volte: una rosa al di sotto delle aspettative, una età media troppo elevata (soprattutto in difesa), la mancanza di un vero sostituto di Toni e soprattutto una preparazione atletica imbarazzante.
La partita contro la Sampdoria, che si conferma una delle formazioni più in forma del campionato, ha mostrato tutti i limiti della rosa di Mandorlini.
Nonostante l’inizio si fosse dimostrato confortante, almeno fino all’espulsione di Rafa Marquez.
Il 5-3-2 con Rodriguez centrale sulla linea dei difensori (a proposito, finalmente si scopre che El Pelado è l’unico difensore degno di questo nome) e Marquez davanti alla difesa, può essere il modulo giusto. Quello che viene a mancare è il centrocampo, dove Halfredsson, l’anno scorso considerato uno dei peggiori è ora il migliore.
Ci si è illusi con Ionita e Campanharo, ma soprattutto il greco Tachsidis è inadatto al gioco del calcio. Le sue sono braccia rubate all’agricoltura.
Apprezzabile e condivisibile l’appoggio della società al mister ma servirebbe anche un mea culpa anche a livello dirigenziale. Questa formazione non ha gli interpreti adatti al gioco di Mandorlini e soprattutto è composta principalmente da giocatori stagionati. Il tempo per recuperare c’è ma bisogna cominciare a lottare veramente con tutti gli interpreti; non può farlo il solo Luca Toni, ormai commovente nella sua dedizione alla causa.
Chi allo stesso tempo non se la passa bene è l’Inter di Mancini. La sconfitta casalinga con l’Udinese ha riportato a galla tutti i problemi dei neroazzurri. La cura Mancini non sembra fare effetto ma questo era prevedibile. Quello che manca è la materia prima e per quanto un mister abbia le capacità, difficilmente può compiere miracoli.
Quello che sicuramente si è divertito è l’allenatore dell’Udinese Stramaccioni. A San Siro si è compiuta la sua vendetta.
Lascia sempre più perplessi l’incapacità degli avversari della Juventus a riaprire davvero il campionato. La Roma di Garcia getta le occasioni e soprattutto i punti che le consentirebbero di raggiungere la vetta. Il pareggio casalingo con i neroverdi Emiliani è l’ennesima delusione, a volte viene da credere che i giallorossi facciano di tutto per arrivare secondi.
Una sensazione che da anche il Napoli, incapace di affrontare le così dette provinciali. Pareggio con l’Empoli in rimonta, come la Roma si è ritrovato a rincorrere e regalare punti a chi si deve salvare. La Roma probabilmente paga l’esperienza europea, da due anni infatti non affrontava le partite del mercoledì di coppa.
Questo però non può essere sufficiente a scusare alcuni risultati, la rosa a disposizione di Garcia è all’altezza. Sicuramente superiore a quella del Sassuolo.
I biancoazzurri partenopei invece non riesce a fare il salto di qualità. L’impresa non era riuscita a Mazzarri e per questo era stato ingaggiato Benitez, l’allenatore con grande esperienza a livello mondiale. I miglioramenti non si sono visti, anzi al momento il Napoli ora si ritrova al quarto posto: fuori dalla Champions League.
Le vere soddisfazioni arrivano da due ‘provinciali’ storiche, entrambe le genovesi divertono ed ottengono risultati. Non è un caso che sia Genoa che Sampdoria, siano guidate da due allenatori diversi ma ugualmente validissimi.
Mattia Cagalli