IL PRIMO GIORNALE ONLINE DI VENEZIA | ANNO XVIII

giovedì 28 Marzo 2024
9.1 C
Venezia

data pubblicazione:

ultimo aggiornamento:

LEGGI ANCHE:

HOME PAGECalcio, il punto. Di Mattia CagalliCalcio malato, ma noi abbiamo bisogno di crederci. Di Mattia Cagalli
Questa notizia si trova quiCalcio, il punto. Di Mattia CagalliCalcio malato, ma noi abbiamo bisogno di crederci. Di Mattia Cagalli

Calcio malato, ma noi abbiamo bisogno di crederci. Di Mattia Cagalli

pubblicità

juventus roma domenica sera

Il calcio è una questione di fede… Ci si crede nonostante tutto

Siamo un paese incredibile, rischiamo la crisi economica, la disoccupazione aumenta ma in Parlamento trovano il tempo di aprire una interrogazione su una partita di calcio.

Juventus – Roma ha infatti portato il parlamentare del PD Marco Piccoli a presentare istanza “Ricordo che Roma e Juventus sono società quotate in borsa, e quindi gli incredibili errori arbitrali (oltre a falsare il campionato e minare la credibilità del Paese) incidono anche sugli andamenti della quotazioni borsistiche. Per questo, con i miei atti parlamentari ispettivi, – afferma il deputato – sollecito il Ministro Padoan e la Consob a chiarire se ci possono essere stati atti che ledono le normative vigenti, svantaggiando e penalizzando gli incolpevoli azionisti”.

Sorge spontanea una domanda: ma se gli stessi “torti arbitrali” fossero capitati in un Sassuolo – Empoli, sarebbe tutto finito nel silenzio? Insomma l’interesse del Governo è sempre per i più forti? (Economicamente parlando).

Si vuole fare il terzo tempo come nel rugby, si parla tanto di fair play, i giocatori fanno discorsi sulla sportività ma come si fa a crederci?

Dopo un arbitraggio palesemente scadente, dopo l’ennesima indagine sul calcio scommesse, che senso ha credere nel calcio italiano?

Purtroppo nonostante il calcio sia lo sport nazionale, non abbiamo assolutamente la cultura sportiva. Non esiste all’interno delle federazioni, dove i dirigenti litigano e non riescono mai a trovare un accordo su nulla. Dove i giocatori sono governati dai soldi e schiavi dei procuratori; giurano amore eterno ad ognuna delle dodici squadre per cui giocano in carriera.

Si tuffano alla ricerca del rigore, fingono infortuni mortali per guadagnare tempo e istigano i tifosi con gesti fuori luogo.

I loro presidenti litigano via web e lo fanno anche le mogli, quando addirittura i giocatori stessi non si bullano via twitter delle conquiste sentimentali ai danni dei colleghi.

Quindi dove vogliamo andare? Di che cosa ci stupiamo se le curve si manganellano tra loro, se ci si insulta e ci si spara? Se lo stesso sport che dovrebbe essere esempio è marcio, è ovvio che lo siano anche gli spettatori.

La cultura sportiva deve essere insegnata e deve nascere fin da piccoli, altrimenti sarà sempre una degenerazione. Se però come spessissimo accade, sono gli stessi genitori, quando assistono alle partite dei figli ad incitarli a rompere la gamba all’avversario… Non c’è speranza di un cambiamento.

La cultura del sospetto è qualcosa che però ci hanno portato a sviluppare con il tempo: dal doping raccontato da Carlo Petrini, al calcioscommesse di Paolo Rossi, a Moggiopoli, fino alle partite venduti allo Zingaro.

Negli anni 80, l’allenatore dell’Hellas Verona Osvaldo Bagnoli, dopo Juventus – Verona di Coppa dei Campioni disse a due carabinieri nei sotterranei dello stadio “Se cercate i ladri sono di là, nell’altro spogliatoio”.

Insomma è da sempre così ma noi continuiamo a crederci… O almeno a sperarci.

Mattia Cagalli

07/10/2014

Riproduzione vietata

LEGGI TUTTO >>

RIPRODUZIONE VIETATA. SONO VIETATI ANCHE LA RIPRODUZIONE PARZIALE DI TITOLI, TESTI E FOTO ATTRAVERSO SISTEMI AUTOMATICI (CD AGGREGATORI) SU ALTRI SITI

Notizia interessante? Scrivi cosa ne pensi...

Scrivi qui la tua opinione
Il tuo nome o uno pseudonimo

notizie che hanno interessato i lettori

spot_img