Boom di sbarchi in Sicilia e sulle coste italiane. I migranti arrivano per mare ma anche da terra grazie ad ‘approdi fantasma’, barchini fantasma’ e ‘sbarchi fantasma’, tanto che si sente dire: “Nessuno può affermare con certezza davvero quanti siano”.
Migranti che già sopportano a fatica le procedure di registrazione e dislocamento (non immediato) figurarsi se sono disposti ad accettare pure test ed eventuali quarantene, Così, appena possono, vanno in fuga.
La politica lavora, intanto. La ministra Luciana Lamorgese parla con il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, e anche con altri sindaci e intanto va a Tunisi per chiedere maggiori controlli ma anche questa strada risulta molto ardua e quantomeno non immediata.
E’ un luglio di fuoco sul fronte migranti. La situazione ai ‘Cara’ (Centri di Accoglienza) in alcune situazioni è simile ad un far west dove si cerca di far fronte con iniziative proprie in un terreno del diritto (ma anche della logica) in cui sono saltati protocolli e procedure.
Gli sbarchi si sono intensificati all’ennesima potenza, così come le fughe di massa dei migranti dai centri. Intanto nelle stanze del governo si discute. L’opposizione attacca il Governo ed il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sbotta: “è inconcepibile che oggi qualcuno, incurante delle regole tuttora in vigore, pensi di andarsene in giro senza rispettare l’obbligo della quarantena. Qui è una questione di salute pubblica”.
Dal punto di vista sanitario, “la situazione è sotto controllo”, rassicura la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, annunciando l’impiego di alcune centinaia di militari per il presidio delle strutture di accoglienza. La titolare del Viminale è così volata a Tunisi dove ha fatto presente al presidente della Repubblica, Kais Said, i “seri problemi” causati all’Italia dai “flussi incontrollati”, invitandolo ad agire per rafforzare la vigilanza ed impedire le partenze.
Roma, da parte sua, è pronta a sostenere gli sforzi del Paese che versa in una grave crisi economica e politica, con un Governo dimissionario.
La cronaca dei fatti e non delle parole racconta invece un altro giorno ad altissimo stress: barchini o migranti soccorsi dalle motovedette italiane, a centinaia sono arrivati a Lampedusa. E l’hotspot dell’isola, con una capienza di 95 posti, si trova ad ospitare 726 persone. Ma 520 erano stati appena trasferiti. Non si fa in tempo a trovare un’altra sistemazione per alcuni che già ne sono arrivati di più di quelli in uscita, in pratica.
E in questa situazione ovviamente sono in molti ad andarsene per conto proprio infischiandosene delle procedure. Proseguono così le fughe dai centri. Di quelle note: dopo i 184 allontanatisi dal Cara di Pian del Lago (Caltanissetta), lunedì un centinaio ne sono scappati dalla tensostruttura allestita a Porto Empedocle (Agrigento).
Lamorgese assicura che ‘quasi tutti’ i fuggitivi sono stati rintracciati. Intanto la ministra ha deciso l’invio dell’esercito: militari, ha riferito la titolare del Viminale, saranno inviati a presidiare i centri (in Sicilia ed a Gorizia) mentre oggi altri 520 migranti saranno trasferiti da Porto Empedocle e Lampedusa.
In attesa di una grande nave-quarantena (da 500 posti) che sarà operativa “nei prossimi giorni” in Sicilia ad agosto, settembre ed ottobre, all’esito di un nuovo bando, dopo che le precedenti tre gare erano andate deserte.
L’obiettivo è chiudere la procedura entro la settimana. Il cuore del problema è naturalmente in Nord Africa, porto di partenza verso le coste italiane.
Lamorgese, dopo essere stata nei giorni scorsi in Libia, è andata a Tunisi, dove ha incontrato il presidente della Repubblica, Kais Said. Proprio dalla Tunisia proviene oltre un terzo dei 12mila migranti giunti in Italia quest’anno e la ministra ha invitato i propri interlocutori ad agire per intensificare i controlli.
Il Covid però ha ulteriormente aggravato le condizioni del Paese, privando la popolazione della principale fonte di reddito: il turismo. Succede così che in tanti, quasi tutti giovani, scelgono la via della fuga. Una donna arrivata oggi a Lampedusa con occhiali da sole e barboncino al guinzaglio lo ha detto chiaro: “spero di trovare un lavoro e la libertà perché in Tunisia è piena di carceri”.
Non mancano le tragedie: un uomo è annegato dopo che la barca sulla quale viaggiava si è rovesciata a poche miglia da Zarzis. I tunisini presentano il preventivo all’Italia chiedendo radar, manutenzione delle motovedette donate, addestramento delle forze di sicurezza.
Roma è pronta a sostenere il Paese e vorrebbe un aumento della quota settimanale di rimpatri, ma prima servirà un Governo regolarmente in carica.
Intanto, l’estate è sempre più calda per la ministra Lamorgese mentre l’opposizione attacca. “Sbarchi triplicati rispetto all’anno scorso, questo Governo mette l’Italia in pericolo”, dice Matteo Salvini (Lega). “Fermare subito gli sbarchi”, incalza Giorgia Meloni (Fdi). “Non possiamo permetterci lassismo e imprudenza”, osserva Mariastella Gelmini (Fi).
Continuate a farli entrare e ci distruggeranno grazie alle loro malattie e la loro religione! O qui il Governo ci aiuta o saremo noi stessi gli autori di un secondo possibile olocausto! Che questo commento rimanga!