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Bomba davanti sede della Lega di Treviso, arrestati due anarchici

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Bomba davanti sede della Lega di Treviso, arrestati due anarchici
Una bomba, anzi due, erano stati rinvenute fuori dalla sede della Lega di Treviso. Gli ordigni erano stati abbandonati appena all’esterno della sede.

Le bombe erano state segnalate da una cellula anarchica, la Haris Hatzimihelakis/Internazionale
nera 1881-2018, che nella circostanza avrebbe anche rivendicato una precedente esplosione di Bomba davanti sede della Lega di Treviso, arrestati due anarchiciquattro giorni prima. I fatti si sono svolti nell’agosto scorso.

Oggi la Procura distrettuale antimafia di Venezia ha confermato in una conferenza stampa che la polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di una persona ritenuta responsabile o comunque co-responsabile del gesto. Si tratta di un uomo gravitante nell’area anarchico-inserruzionalista, fortemente sospettato di aver preso parte al posizionamento degli ordigni.

La Polizia di Stato nel comune di Marmentino (BS), ha infatti fermato il militante anarco-insurrezionalista di origine spagnola Sorroche Fernandez Juan Antonio, 42 anni, latitante.

L’uomo si era reso irreperibile già dalla primavera del 2017, per sottrarsi ad un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Torino il 3 aprile 2017 per l’espiazione della pena di 1 anno e 9 mesi di reclusione. Il provvedimento è stato successivamente sostituito da quello di esecuzione di pene concorrenti con contestuale ordine di esecuzione di 6 anni, 1 mese e 6 giorni di reclusione per reati contro la persona ed il patrimonio, emesso il 17 gennaio dalla Procura Generale della Repubblica presso il Tribunale di Torino.

Al terrorista vengono contestati nello specifico i reati di strage e di attentato con finalità di terrorismo in quanto ritenuto ideatore, organizzatore ed esecutore dell’azione delittuosa.

La complessa, intensa ed articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura di Venezia e posta in essere da un gruppo investigativo formato da operatori della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, che ha coordinato il gruppo e messo in campo personale specializzato e supporti tecnici specifici, delle DIGOS di Venezia, Brescia, Treviso e Trento, ha condotto al riconoscimento di Sorroche Fernandez Juan Antonio quale responsabile del gesto e all’individuazione della rete dei fiancheggiatori che lo sosteneva nella latitanza, fino a scovarne il nascondiglio.

L’attività, partita dalla disamina dei contenuti e della struttura sintattico-lessicale della rivendicazione, ha permesso di individuare nello spagnolo il maggior indiziato, tesi confermata dalla prova scientifica del suo DNA, rinvenuto sull’ordigno.

La ricerca del ricercato, resa possibile anche grazie al contributo informativo fornito dalla Comisaria General de Informaciòn – Cuerpo Nacional de Policìa spagnola, ha comportato un attento monitoraggio dei soggetti d’area a lui vicini ed in particolare un’attenzione costante, protrattasi per alcuni mesi, agli spostamenti di Manuel Oxoli, 38 anni, noto anarchico bresciano molto vicino, prima della sua latitanza, allo spagnolo.

Proprio seguendo Oxoli, nella mattina del 22 maggio scorso, gli agenti della Polizia di Stato che lo pedinavano hanno fermato Sorroche Fernandez Juan Antonio nel luogo che aveva raggiunto per incontrarsi con l’anarco-insurrezionalista bresciano che gli forniva il supporto necessario ad assicurarne la clandestinità.

Il prosieguo contestuale del pedinamento di Manuel Oxoli ne ha permesso l’arresto per il reato di favoreggiamento personale.

Nella mattinata di sabato 25 maggio, nel carcere di Canton Mombello, si sono svolte le udienze di convalida del fermo emesso nei confronti di Sorroche Fernandez Juan Antonio e dell’arresto di Oxoli, cui è stato contestato anche il reato di procurata inosservanza di pena, entrambe con esito positivo e contestuale emissione della misura cautelare della custodia in carcere.

Nei dettagli spiegati in conferenza stampa anche i particolari di costruzione degli ordigni esplosivi e l’eccellente lavoro degli artificieri intervenuti.

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