Banca Etruria e il crac dei risparmiatori: si è aperto un mondo sommerso. Dopo il suicidio del pensionato emergono altre storie toccanti di persone che hanno perso i risparmi nel default bancario.
Come quella della signora Elda Delfini, casalinga di Foiano della Chiana (Arezzo). Una pensione minima di 450 euro, una di reversibilità del marito di 600.
Il figlio Domenico racconta: «Ha acceso Tele Etruria ed è stata male. Gli è preso un collasso. Abbiamo dovuto chiamare il 118 e ci è voluta qualche ora perché si riprendesse».
Stava male anche la mattina che doveva firmare i documenti, la signora Elda.
Qualche giorno prima, ha raccontato al Corriere, aveva ricevuto una telefonata a casa: «La chiamarono dallo sportello di Pozzo della Chiana della Banca Etruria, che è aperto solo qualche ora e ha un solo impiegato. Le proposero di comprare 75 mila euro di obbligazioni». Inutile dire che la signora, casalinga novantenne, non fosse in grado di capire il rischio né la portata dell’investimento. Si fidò. Come si fa in paese, tra compaesani.
Banca Etruria ma anche tante altre storie di persone ora disperate che non si rendono conto di come possa essere potuto capitare una cosa del genere in Italia.
I depositi dei conti correnti non ci sono più e alla famiglia di Elda non resta che prendersela con la politica: «Renzi all’inizio l’ho pure votato. Ne avevo stima. Poi ho visto le sue promesse come son finite. Ora vedo che pensa ai minori siriani: gli vuol dare tre miliardi. Bene. Ma a noi?».
Intanto si è attivata con “intensissima” attività investigativa la Guardia di Finanza sul fronte banche: con riferimento alle quattro salvate per decreto, il nucleo di polizia tributaria di Arezzo delle Fiamme Gialle ha svolto le indagini, tuttora in corso, su delega della procura, relative a Banca Etruria per ostacolo alla vigilanza e altri reati.
Gli accertamenti hanno riguardato, in particolare, lo spin-off con cui Banca Etruria nel dicembre 2012 cedette l’82 per cento della societa’ Palazzo della Fonte, in cui era stato raggruppato il patrimonio immobiliare della banca, tranne la sede centrale e quella storica.
Il nucleo speciale di Polizia Valutaria delle Gdf, inoltre, sta indagando su Banca Marche, in relazione a due inchieste – una della procura di Ancona, l’altra di Roma – avviate sulla base degli esiti di un’ispezione della Banca d’Italia.
Non risultano, al momento, indagini delegate sulle altre due banche nella bufera – la Cassa di Risparmio di Ferrara e Carichieti – mentre sono numerosi gli altri istituti di credito finiti nel mirino del Nucleo speciale di Polizia Valutaria, che sta ora tirando le somme degli accertamenti svolti, prevalentemente per contabilizzazione nei bilanci di derivati “tossici” e, ancora più, per la concessione di crediti senza che i beneficiari fossero in possesso di requisiti adeguati.
Tra le altre banche “visitate” negli ultimi mesi e sulle quali sono tuttora in corso indagini del “valutario” delle Fiamme Gialle figurano Ubi Banca per ostacolo alla vigilanza (e, per taluni indagati, per illecita influenza su assemblea), e la controllata IWBank, la banca on line del gruppo, con oltre 100 mila posizioni sospette e un’ipotesi di riciclaggio da 16 milioni di euro.
La Banca Popolare di Vicenza ed il suo presidente Giovanni Zonin sono al centro di un’inchiesta della magistratura, che fa seguito ad una ispezione compiuta dalla Bce per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza: si ipotizza che azioni della banca siano state acquistate tramite finanziamenti, per 975 milioni di euro, erogati agli azionisti dallo stesso istituto di credito, in misura tale da costituire violazione delle norme del diritto
bancario.
La banca avrebbe, dunque, finanziato – secondo l’ipotesi investigativa – un quarto del suo stesso capitale azionario.
Indagini approfondite dei finanzieri, delegati dalla Procura di Roma, sono tuttora in corso anche su Veneto Banca per “gravi anomalie” nella gestione “tali da determinare – e’ scritto in un provvedimento dell’autorità giudiziaria – una consistente decurtazione del relativo patrimonio di vigilanza, nel dettaglio rettificato da euro 2.012.923.000 ad euro 1.662.948.000, con uno spread negativo di euro 345.975.000”.
Sono inoltre già negli atti dei relativi procedimenti penali gli esiti degli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza sul conto di Monte dei Paschi, Banca Popolare di Spoleto e Banca Tercas: in tutti e tre i casi i finanzieri hanno segnalato gravi irregolarità di gestione.
Mario Nascimbeni
12/12/2015