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Bambino morto in ascensore, ecco com’è andata. Poi le urla strazianti che rimbombano

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bambino morto in ascensore com'è andata

La notizia del bambino morto in ascensore della metro di Roma ha sconvolto tutti nel primo pomeriggio di ieri. Nel grande dolore e nella disperazione tutti cercavano di capire come è potuto succedere, qual’era la dinamica di quella tragedia.
Ecco com’è andata.

“L’ascensore era bloccato e si è tentato un trasbordo delle persone: l’ascensore bloccato è stato affiancato da un altro elevatore, si è cercato di fare un trasbordo delle persone attraverso una botola. Una procedura non codificata”.
L’assessore Improta spiega così alle telecamere la dinamica dell’incidente alla metro di Roma.
“Una procedura non codificata…”. Quindi qualcuno, qualche operatore, che stava cercando di andare in soccorso di madre e figlio, ha preso una decisione ‘azzardata’, ha tentato un’iniziativa per risolvere la situazione che non era prevista.

Il bambino era rimasto bloccato in ascensore con la mamma ed è precipitato durante le operazioni di trasbordo. Così pare di capire con la prima ricostruzione della tragedia.
Sulla vicenda sono in corso indagini dei carabinieri e la Procura ha aperto un’inchiesta.
Proprio dalle prime informazioni sembra che personale della stazione abbia raggiunto madre e figlio attraverso un elevatore parallelo che ha una porta comunicante, ma tra i due ascensori ci sarebbe uno spazio al centro.
Ecco come il bambino è morto, cadendo nel vuoto. Il piccolo è precipitato da un’altezza di circa 15 metri.

“Sono l’ultima ad essere uscita dalla stazione prima che fosse chiusa. Ho sentito urla e pianti, una situazione agghiacciante, e ho visto un uomo con la divisa tipo da controllore che era steso a terra svenuto nel gabbiotto vicino all’ascensore. Ho chiesto ad un poliziotto e mi ha risposto che c’era stato un incidente proprio con l’ascensore. Poi dall’altoparlante qualcuno, con una tono di voce da persona in preda al panico, ha annunciato che dovevamo lasciare la metro. Ho letto solo dopo che era rimasto ucciso un bambino”.
Queste le parole di Sara, una studentessa romana, alla stazione della metro Furio Camillo dove ha preso la vita il bambino.

La disgrazia, man mano che si arricchisce di nuovi dettagli, si fa sempre più tremenda.
Il bambino è morto dopo un volo nel vuoto di 15 metri davanti agli occhi della madre che assisteva impotente alla scena.
Quando i vigili del fuoco l’hanno riportato in superficie per lui non c’era più nulla da fare. Inutili e strazianti i soccorsi degli operatori del 118 che hanno tentato di rianimarlo.

Ora indagini dei carabinieri della compagnia Piazza Dante cercheranno di ricostruire tutta la precisa dinamica dell’incidente.
La procura procede per omicidio colposo e ha disposto il sequestro dell’impianto con la chiusura della stazione metro. Ascoltati testimoni, addetti della stazione e sono al vaglio le registrazioni delle telecamere di sorveglianza. “E’ stato un errore umano -ha detto l’assessore ai trasporti Guido Improta- un eccesso di generosità di un agente della stazione”.
L’operatore, stando al regolamento, avrebbe dovuto attendere i tecnici addetti all’ascensore ma forse sentendo le urla di madre e figlio ha tentato una manovra non sicura, “una procedura non codificata”.

Dalle prime informazioni sembra sia stata questione di un attimo. Il bimbo era rimasto bloccato in ascensore con la mamma ed è stato tentato un passaggio alla cabina a fianco, ma sarebbe precipitato nello spazio vuoto tra le due cabine durante le operazioni di trasbordo.
Non si possiede al momento l’informazione sulla distanza tra le due cabine per poter dire se la decisione sia stata un azzardo o meno.
Personale della stazione avrebbe raggiunto i due intrappolati attraverso un elevatore parallelo che ha una porticina comunicante, una sorta di botola, ma tra i due ascensori ci sarebbe il vuoto al centro dove è precipitato il piccolo. Una delle ipotesi dice che il bimbo all’apertura della porta, in preda al panico, si sarebbe lanciato egli stesso verso la via di fuga cadendo nel vuoto.

L’assessore ai Trasporti Guido Improta ha parlato però fin da subito di “errore umano” spiegando che per il trasbordo è stata messa “in atto una procedura non codificata”. “E’ stato un eccesso di generosità dell’agente di stazione che poi si è trasformato in una tragedia” ha sottolineato. E l’espressione non lascia spazio ad interpretazioni.

Sconvolto il dipendente presente al momento dell’incidente che è stato colto da malore e assistito, assieme alla madre del piccolo, dal personale del 118.
Testimoni dicono di avere visto i vigili del fuoco, normalmente abituati ad ogni tipo di tragedia, piangere a dirotto.

A recarsi alla fermata della metro anche il sindaco Ignazio Marino che ha voluto incontrare personalmente la donna ma è stato fortemente contestato dai cittadini all’uscita della metro con urla, insulti e espliciti “Vattene”.

Poco dopo sul luogo della tragedia è arrivato il papà del piccolo. Con il casco della moto in mano e gli occhi pieni di lacrime è entrato all’interno per abbracciare la moglie.
Lei, Francesca, piangeva disperata e non voleva lasciare la stazione. Poi il marito Giovanni l’ha convinta.
Davanti alla fermata della metro si sono radunate in pochi minuti centinaia di persone incredule su quello che è accaduto.

Sulla vicenda è intervenuto anche il prefetto Franco Gabrielli. “Il sentimento che provo è di sgomento, perché se un bambino di 5 anni muore il tema delle cause è secondario – ha sottolineato – Esprimo la mia vicinanza a chi vive una condizione di dolore e strazio”. E in segno di lutto il Campidoglio ha stabilito per ieri sera un minuto di silenzio durante gli spettacoli nei più importanti luoghi di cultura di Roma: dal Teatro dell’Opera all’Auditorium, Santa Cecilia. Mentre è stato annullato il dibattito con il presidente Zingaretti e sospese tutte le iniziative previste per questa sera

Gli inquirenti hanno posto sotto sequestro l’impianto dell’ascensore e delegato i carabinieri per una serie di accertamenti. “Ci sono delle telecamere e il materiale è stato messo a disposizione della magistratura”, fa sapere l’Atac.

Paolo Pradolin

10/07/2015

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