Brividi di freddo e di paura sono quelli che regala Bambino 44 (pagg.445, €10,90), uno dei romanzi thriller più affascinanti e ben scritti degli ultimi anni. Edito da Sperling & Kupfer, l’opera d’esordio risale al 2008 e da essa, Ridley Scott ha deciso di produrne un film, diretto da Daniel Espinosa e con protagonisti Tom Hardy, Noomi Rapace e Gary Oldman.
Il libro, ambientato nel 1953 in Russia, vede Leo Demidov, eroe di guerra e ufficiale dell’MGB (Ministero per la Sicurezza di Stato) protagonista della vicenda. L’agente non ha mai messo in dubbio l’autorità del regime totalitario imposto da Stalin e del suo Partito comunista, ma dopo la tragica e sospettosa morte di un bambino, intuisce che l’insabbiamento del caso da parte dello Stato, è un errore. Si ritrova così in dovere di scoprire la verità ed è messo davanti a scelte difficili che riguardano anche la sua famiglia.
Delle orme sulla neve, quelle di un uomo e quelle più piccole, di un ragazzino. Poco più in là il corpo del giovane sventrato e con all’apparenza, della terra in bocca. Questa è solamente una delle scene più crude e crudeli del romanzo, che si spinge in territori, terreni e profondità stilistiche, affrontate raramente.
Il freddo della Russia, l’allora Unione Sovietica, penetra nel lettore fin dalle prime pagine. La povertà, il clima di terrore e di egemonia dello Stato, creano affanno nei protagonisti e in chi legge e affronta con empatia la narrazione.
È infatti impossibile non inoltrarsi con stupore, a piccoli passi, in questa corsa contro il tempo per riuscire a trovare uno o più colpevoli, ma soprattutto, dimostrare ciò che nasconde con la sua patina d’oro e con la propaganda, uno Stato che dichiara “il crimine non esiste”, ma le quali regole ferree e il tradimento, se travalicati anche in minima parte, sono punibili con la morte.
Il sospetto, la paura, la fiducia e l’ordine sono gli elementi messi in discussione nel romanzo, si insinuano nei personaggi, diventano strumento che mina i rapporti, che minacciano e tengono in scacco la popolazione e costringono la gente a subire o ribellarsi.
Il plot principale, quello che riguarda la misteriosa morte del bambino, si intreccia infatti agli affari interni e segreti dello Stato stesso, fra minacce, minacciati, dissidenti e numerosi doppiogiochisti Bambino 44 diventa una spy story delle più avvincenti, con colpi di scena, un ritmo accattivante e una narrazione fluente, che invita a leggere il romanzo tutto d’un fiato.
Tra scene descritte minuziosamente, luoghi che grazie ai particolari diventano vivi nella mente del lettore e soprattutto una trama che si sviluppa passo passo, cruda e senza tabù, il romanzo di Tom Rob Smith è una lettura senza dubbio intensa, che lascia quasi senza fiato, ma che fin da subito stupisce, invita a continuare e si inoltra in luoghi spesso taciuti che qui acquistano una propria voce, quella della verità.
Alice Bianco
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