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Autobiografia di una femminista distratta

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Il mio gatto, in effetti, è una gatta, ma la differenza sessuale in questo caso non è poi così importante. Perché invece la differenza sessuale ancora affligge noi donne, perché siamo sempre al di sotto del famoso soffitto di vetro, non buchiamo lo schermo e le nostre idee non le ascolta nessuno? Chi sarà il primo ad accorgersi che le donne hanno pensato, scritto e prodotto da qualche secolo a questa parte molte ricerche interessanti a uso della convivenza comune e della generale felicità? Sarà certamente un pioniere e verrà riconosciuto e additato alla pubblica fama e alla gloria perenne. Cosa aspettate, fatevi avanti capitani coraggiosi!

Se avete letto questa citazione, avrete già ben capito lo stile e l’importanza di questo phamplet di Laura Lepetit, Autobiografia di una femminista distratta, edito da Nottetempo. Un libro immenso, da leggere tutto d’un fiato che potrebbe benissimo fare da contraltare moderno al ben più noto libro di Emmeline Pankhurst, perché le parole che scorrono leggere come nuvole in un cielo di primavera, riflettono quello che è una femminista moderna e contemporanea, ma non solo.

Il libro della Lepetit è un manifesto per le donne di tutte le età, con le loro fragilità, le loro contraddizioni, ma anche con la loro forza, il loro coraggio e la voglia di cambiare questo mondo anche in piccolo, magari fondando una casa editrice, come La Tartaruga, che guarda solo alle scrittrici del famoso “gentil sesso”.

Autobiografia di una femminista distratta è un percorso meraviglioso nella vita della protagonista, cosparso da incontri e racconti magnifici e da donne che hanno reso nel loro piccolo e nel loro grande, migliore questo mondo. Sono echi di un mondo passato che, fortunatamente, ha lasciato la sua eredità e Lepetit è pronta a donarlo anche a noi donne più giovani che non abbiamo potuto vivere quegli esseri straordinari, ma di cui possiamo cercare ancora opere e lavori.

Questo non è solo un libro, un manuale di una vita bellissima, è una lettera d’amore verso le donne e la lettura, a quei libri che, piccoli, nascondono dentro tesori bellissimi, avventure magnifiche, risate e lacrime. Libri che Lepetit, fortunatamente, elenca alla fine della sua opera così da poterli recuperare tutti, come le briciole lasciate indietro da Pollicino e permettere anche a noi, in qualche modo, di ritrovare la strada di casa.

E poi c’è lo stile, Lepetit non fa giri di parole, è diretta, colloquiale e fin da subito empatica. Entri nel suo mondo e i suoi racconti ti accompagnano con dolcezza e passione, ma anche con la forza di chi sa che bisogna ancora fare tanto perché si parli di uguaglianza tra uomini e donne, ma con la consapevolezza di aver messo una pietra importantissima per la costruzione di un gradino che ci possa portare sempre un po’ più su.

Sara Prian

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