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Attentato a New York, Dambruoso: c’è poco da fare

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“Ci troviamo di fronte a un lupo solitario che verosimilmente non ha mai avuto alcun contatto fisico con le basi concrete dell’Isis. Un soggetto che verosimilmente ha colto questo messaggio via web'”.

E’ l’ipotesi ai microfoni di ‘6 su Radio 1′ del deputato Stefano Dambruoso, magistrato, esperto di terrorismo, sull’attentato di New York.

“E’ l’ennesima esecuzione di quel messaggio con cui il califfato aveva mandato ordini a chiunque di attivarsi con qualunque mezzo e qualunque strumento ” ha osservato ancora, spiegando che dall’11 settembre “lo scambio di informazioni di tutti gli operatori di intelligence a livello globale è migliorato” ma che questo “non consente di azzerare il rischio di fronte a soggetti singoli che decidono di trasformare il proprio disagio di vita in attività terroristica. Di fronte a questo tipo di attentatore c’è davvero poco da fare”.

Quanto alla possibilità che il rischio attentati nella Grande Mela sia aumentato dopo l’elezione di Trump, “abbiamo la prima conferma di ciò che si temeva; il muslim ban non agevola i rapporti sulla sicurezza tra Stati Uniti e altri paesi musulmani dove esiste un fondamentalismo diffuso’

“Non si può escludere” che il pericolo attentati riguardi anche l’Italia, ha aggiunto Dambruoso, spiegando che nel nostro Paese ci sono “soggetti che sono monitorati” e che sinora lo strumento dell’espulsione delle persone pericolose per la sicurezza nazionale ha comunque consentito di attenuare” questo pericolo. Conta anche il fatto che abbiamo “numeri minori nella comunità musulmana rispetto ad altri grandi paesi europei, numeri dunque più controllabili, però il rischio zero non esiste”.

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