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Atlante dei luoghi misteriosi d’Italia – Leggende e miti secondo Massimo Polidoro

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L’Italia è un Paese straordinario, ricco di miti e leggende, di favole nascoste negli angoli più remoti dello stivale. Un patrimonio che, con il passare delle generazioni, si rischia di perdere. Ed è così che un libro come l’ Atlante dei luoghi misteriosi di Italia scritto da Massimo Polidoro, illustrato da Francesco Bongiorni ed edito da Bompiani in uscita oggi 24 Ottobre, diventa una strumento indispensabile affinché queste leggende continuino a vivere sul nostro territorio e soprattutto nel nostro immaginario.

«Sono anni che raccolgo storie e le metto da parte – ci racconta Massimo Polidoro da sempre interessato al mistero con una serie di pubblicazioni e un canale YouTube che affronta leggende e racconti del nostro Paese – Mi è sempre piaciuto molto e quando si è presentata l’occasione di poter creare un atlante ho fatto nuove ricerche».

Un viaggio da Nord a Sud nella nostra Penisola che affascina il lettore e lo tiene incollato alle pagine con il desiderio di andare a visitare quei luoghi con i propri occhi «Abbiamo scelto queste leggende in particolare, assieme all’illustratore Francesco Bongiorni – spiega l’autore – Dovevano essere funzionali non solo al racconto scritto, ma anche a quello visivo delle illustrazioni. Per cui abbiamo lasciato fuori alcune leggende, sicuramente interessanti, ma che non si prestavano bene all’immagine che poi sarebbe dovuta star loro accanto sulla pagina. Inoltre era nostro desiderio dare al lettore una maggiore varietà possibile, diversificando gli ambiti: dalle case stregate, alle reliquie, fino ai personaggi mitologici».

Le illustrazioni di un atlante così bello e interessante sono infatti parte integrante di racconti in grado ancora di più di stimolare la nostra immaginazione ed immergerci nelle atmosfere che il nostro Paese sa regalare.
«La collaborazione con Francesco (Bongiorni) nasce da una bella storia. Lui era un mio lettore e un giorno si è proposto dicendo che gli sarebbe piaciuto illustrare qualche mio libro. Così, quando si è presentata l’occasione per questa raccolta di leggende, i nostri agenti hanno parlato con Bompiani che crea questi magnifici Atlanti ed è nato questo volume».

Molte sono le leggende racchiuse in questa opera ma le preferite dell’autore rimangono «quelle legate alle radici di Re Artù, che non sono anglosassoni come molti credono, ma sono legate al nostro territorio. Come racconto, infatti, la prima raffigurazione fisica del leggendario Re si trovano a Modena nel Duomo, oppure la famosa Spada che si troverebbe in Toscana, ma ancora tracce di questa leggenda si trovano in Puglia ecc…».

Eppure, nonostante questo Atlante racchiuda moltissime storie, Polidoro avrebbe voluto inserirne delle altre, una tra tutte «quella che riguarda Leonardo Da Vinci e Il dipinto perduto della Battaglia di Anghiari (di cui però tratterà nel suo prossimo libro ndr)».

Ma passiamo al Veneto e alla nostra città, Venezia, alla quale l’autore dedica ben due leggende. «Non è stato facile sceglierne solo due tra tutte quelle che popolano la Laguna. Ho parlato di Poveglia per poter raccontare della Peste e di come Venezia seppe isolare il problema smettendo di credere che fosse creato dagli uomini, i cosiddetti untori, ma capendo che arrivava dagli animali. Volevo far capire che il tema dei fantasmi è una leggenda molto più recente e che l’isola è un luogo incantevole di suo. Così come il racconto di Ca’ Dario, anche lì le morti sono praticamente tutte morti per cause naturali».

E alla domanda se gli sarebbe piaciuta inserire qualche altra leggenda su Venezia, ci risponde «Certo, avrei voluto raccontare ad esempio la storia della ragazza che non veniva mai sepolta. Ce ne sono tante e interessanti, ma voglio tenerle per me, almeno per ora. Sia mai che ci sia la possibilità di fare un secondo volume dell’Atlante!»

E noi ce lo auguriamo!

Sara Prian

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