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“Ascoltando vedo” di Anna De Sàbbata. La prefazione di Andreina Corso

Prefazione al libro di Anna De Sàbbata “Ascoltando vedo”. Bonaccorso editore – Verona. In copertina: Opera di Caterina Codato.

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Il verso diventa appello nella Poesia che l’autrice ci rivolge e nel leggerlo si aprono i canali dell’anima che a frotte si spostano sulle parti più segrete del cuore, assetate del colore dell’eternità.
Sul filo di un linguaggio segnato dalla forza del Bene, si accende la speranza e il sentimento si fa preghiera, inno verso la vita pensosa e segreta che l’amore ci offre insieme allo smarrimento, al pianto eterno dello scorrere del tempo che sa restituire le parole dei poeti per conciliare il senso dell’esistere con l’urgenza del nostro essere, sentirsi, poesia. Come Simone Weil, Emily Dickinson, Sylvia Plath la poetessa ricerca il luogo della Bellezza, là dove abita la vita che pensa, sente e respira. Talvolta è un mosaico di suoni che escono dal mistero dell’ispirazione poetica.
I suoi versi, accompagnati da immagini che evocano il volto della natura, nelle sue sfumature più intime, nel rivelarsi tempo, stagioni, paesaggi, ora limpidi e solari, ora silenzi desolati, tracce d’acqua e spiagge dimenticate, gabbiani in volo e lune specchiate sul mare.
Poesia e fotografia caratterizzano la spiritualità insita nella narrazione della poetessa, così come giorno e notte conformano uno stile a volte pastorale, altre sorrette da tenerezze sommesse che dimorano il suo cuore e che ora, leggere, arrivano fino a noi, affinché sostino attente sulla nostra meditazione.

Attimi di vita e momenti di oscurità, lo sguardo rivolto agli ultimi della terra, alla sofferenza dell’uomo in un limpido coinvolgimento leopardiano, ci avvolgono nei versi che l’autrice ci consegna.
Una sacralità universale che tutto coglie, dalla solitudine dell’immigrato “ alla desolazione del terremotato “Anche oggi il sole sorge/e tu, fratello/piangi”, escono dal suo corpo di donna che con altrettanta forza ci offre la magia del filo d’erba, l’odore di un primo raggio di sole “rose ovattate di cielo”, “Nebbia/spesso l’Esistere”.
La lirica dell’autrice non rinuncia a una poetica della vita reale, della responsabilità, come si evince da versi quali “Ora, quell’altrove risiede qui”, o “Come ritrovarmi in questa mescolanza?”.
Consapevolezza e coscienza, valori permanenti nell’introspezione femminile si colgono nella fatica letteraria dell’autrice, guidata da un’autentica vocazione religiosa alla ricerca del Vero e del Bene.
Se la vita umana è mortale, immortale è la Poesia. Lo sa bene Anna De Sabbata con la sua aspirazione ardente a vivere l’intimità dell’inconoscibile, cantando i momenti sereni della vita, ma anche quelli del dolore, per trovare “l’estasi nell’atto di vivere” e il risveglio sobrio dell’ oblio.

Andreina Corso

Anna De Sàbbata nasce a Venezia nel 1952. Dal 2005 si trasferisce a Mestre dove tuttora vive, pur rimanendo sempre vivo l’amore per la sua città natia. Città che ha ispirato molti dei suoi versi. Sposata e madre di due figli, nel 2000 inizia a scrivere con assiduità, maturando anche la passione per la fotografia che ama collegare ai suoi scritti e che diventa, a volte, anche fonte di ispirazione. ‘Ascoltando vedo’, è il suo libro d’esordio.

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