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Arrivano troppi migranti, a rischio stranieri già in Italia. Pericolo terrorismo

Il terrorismo potrebbe aver rinunciato ad infiltrare i propri operativi attraverso l'immigrazione clandestina, puntando invece a convincere i moderati islamici presenti portandoli all'esasperazione a causa dei tempi lunghi e della qualità dell'accoglienza in Italia dovuta alla disorganizzazione provocata da numeri insostenibili perché troppo alti

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I guadagni di profugopoli sulle spalle di immigrati e cittadini. Di Roberto Ciambetti

Siamo all’assurdo: nel nome e sotto la bandiera di un’accoglienza che sarebbe dis-umanitaria limitare o organizzare, i massicci arrivi dei migranti stanno mettendo in pericolo le comunità di stranieri già presenti in Italia (non più gli italiani).

Verso l’Italia c’è “un’incessante ondata migratoria” e l’ingente afflusso di migranti in un lasso di tempo così breve può “‘stressare’ le comunità straniere presenti nel nostro Paese” determinando “il rischio di possibili derive criminogene ed islamico-radicali quale frutto del risentimento per le aspettative tradite e del disappunto per le condizioni di disagio nei contesti ospiti”. Queste le parole contenute nella relazione annuale dell’intelligence al Parlamento.

Il documento ufficiale fornito al governo italiano ricorda i numeri degli arrivi via mare, che hanno assunto “una connotazione sempre più strutturale”: 181mila lo scorso anno, 153mila nel 2015 e 170mila nel 2014. Con la Libia che ha consolidato il suo ruolo di ‘hub’ di raccolta e partenza dei migranti verso l’Italia. Una pressione in cui assume rilievo una componente islamista più radicale ed aggressiva, secondo gli 007, “potrebbe condizionare e intimidire la prevalente componente moderata della comunità etnica di riferimento”.

Altro effetto dell’ingente afflusso è l’affollamento delle strutture di accoglienza, con il conseguente ritardo delle procedure di esame delle istanze di protezione e l’aumento del senso di frustrazione nei migranti che può favorire l’insorgere di proteste anche violente.

Ci sono, in conclusione, “ripetute segnalazioni di minaccia sul possibile transito di estremisti in area Ue attraverso la rotta libica”, ma “non sono emerse univoche indicazioni sull’esistenza di una strategia – riferibile a Daesh o ad altre organizzazioni terroristiche – intesa all’invio sistematico di propri operativi in Europa attraverso il canale dell’immigrazione clandestina via mare. Si tratta comunque di un’ipotesi alla costante attenzione informativa”, rileva la relazione dell’intelligence al Parlamento.

I servizi segnalano poi come “uno dei principali ambiti di contaminazione tra circuiti criminali e terroristici” resti “quello dell’approvvigionamento di documenti di identità, permessi e titoli di viaggio”.

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