“Ant Man” gioca e rigioca sulla relatività dell’ordine delle dimensioni; nel film vedremo un trenino giocattolo diventare scenario di lotta per i due mininemici (Cross diventa il “Calabrone”); i rumori frastornanti sentiti dal punto di vista di Ant Man, diventano innocui scoppiettii di miccette , creando un’ilare effetto visuale e acustico, e il trenino giocattolo, con la motrice facciuta e occhiuta diventerà un treno gigantesco.
I momenti di pathos vengono risolti con una battuta felice e veloce, specie quando Hope (interpretata da una bellissima Lily con caschetto alla Louise Brooks) scopre dal padre la verità sulla madre.
Consiglio, a chi cerca intrattenimento, di vedere “Ant Man”; anche per chi, come me, aveva necessità di disintossicarsi dal tedio che mediamente affligge la produzione/catena di montaggio della Marvel al cinema.
Per una volta un supereroe con superproblemi va a braccetto con la spensieratezza e la qualità (qui medioalta) di ciò che si potrebbe definire una delle “puntate memorabili” di un telefilm per grande schermo. E ci si potrà fare un ripasso sulle molteplici varietà dell’insetto più calpestato al mondo!
The Moviegoer, appunti di uno spettatore cinematografico. Di Giovanni Natoli.
ANT MAN (id.-2015 regia: Peyton Reed. Con Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Douglas, Corey Stoll)
Giovanni Natoli
19/08/2015
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