Anonymous contro l’Isis. La battaglia questa volta si gioca a colpi di codice e il terreno per lo scontro è la rete e il web.
Anonymous, portando a seguito la minaccia annunciata all’indomani della strage nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi, hanno fatto sapere di aver neutralizzato centinaia di account appartenenti a simpatizzanti o membri del movimento dello Stato Islamico.
I guerrieri digitali avrebbero colpito su Twitter, Facebook e altri siti, cercando qualsiasi piattaforma usata dalla fazione islamista.
«Sarete trattati come un virus, e noi siamo la cura… Siamo musulmani, cristiani, ebrei, i terroristi che si definiscono Stato islamico non sono musulmani», il messaggio lanciato da Anonymous.
Tra i servizi di intelligence, c’è chi ritiene di grande utilità questo tipo di rappresaglia informatica, magari scoprendo qualche “traccia elettronica”, qualche dato interessante che possa essere passato ai servizi segreti, ma c’è anche chi ritiene che i canali web dell’Isis debbano rimanere aperti, sia per avere un canale di comunicazione, sia per tenerli monitorati per conoscere “ciò che fa il nemico”.
Mario Nascimbeni
[09/02/2015]
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