Il referto dell’Istituto Zooprofilattico è chiaro. Sono state le volpi a determinare la strage degli animali che vivevano nell’Oasi “Sos Natura” di Spinea, un fatto odioso che ha provocato sdegno e reazioni soprattutto fra le associazioni animaliste, che però mettono in dubbio la veridicità delle analisi fin qui compiute.
Nonostante le indagini anatomo-patologiche abbiano accertato, nel valutare i morsi e i segni sui corpi degli animali, che le modalità della strage siano compatibili con la specie volpi, i dubbi resistono all’evidenza.
L’uomo, a quanto pare (e per fortuna) questa volta non c’entra. Tuttavia i volontari, le associazioni che in queste giornate si sono prodigate a sostegno di Enrico Piva (ricoverato in ospedale a causa dell’accaduto), programmando anche una manifestazione di testimonianza, solidarietà, per sabato prossimo nell’Oasi di Spinea, sembrano non credere alla diagnosi. Intanto gli animali superstiti sono stati trasferiti altrove, per prevenire altre possibili stragi.
Sulla questione è intervenuta la Lega antivivisezione di Venezia, che ha ritenuto inadeguata la struttura del rifugio, che avrebbe dovuto, secondo l’associazione, prevenire gli attacchi degli animali predatori e invoca provvedimenti regionali in grado di verificare le autorizzazioni destinate all’Oasi di Spinea, le caratteristiche del terreno e soprattutto le modalità preventive, i sistemi di controllo per allontanare gli eventuali predatori.
Le Forze dell’Ordine che hanno indagato su questa brutta storia, ritengono che il caso sia risolto e che le indagini dell’istituto Zooprofilattico abbiano esonerato l’uomo da ogni responsabilità.
Andreina Corso | 27/05/2016 | (Photo d’archive) | [cod animaspi]