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Ancora clandestini in provincia di Venezia ma la gente non ha più pazienza

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Ancora clandestini in provincia di Venezia

Ieri, mercoledì 3 dicembre 2014, è giunta la notizia di un nuovo sbarco di clandestini destinati ancora una volta ad uno smistamento nella Provincia di Venezia. Si parla di circa 205 immigrati da destinare a strutture che però sono già in esubero, e ciò si traduce in assenza di posti per poterli ospitare.

“Non so come, ma dovete arrangiarvi” dice praticamente questo la lettera del Prefetto rivolta ai sindaci del territorio. “Non sappiamo dove metterli ma siamo pronti a pagarvi 35 euro a testa”.

Complessivamente stiamo parlando di 16.275 euro al giorno garantiti per dare risposte a “foresti”.
Questo significa LAVARSI LA COSCIENZA E FREGARSENE DI CHE FINE FARANNO LORO E I NOSTRI CITTADINI.

Io sono cattolico e praticare la solidarietà è il minimo che possa fare per considerarmi tale. Ma come possono continuare a fregarsene dei nostri fratelli, dei nostri vicini di casa che oggettivamente non si sostengono più con le loro forze?

Io non voglio abbandonare nessuno, ma dei 160 mila che sono sbarcati da quest’anno, solo il 5 per cento è PROFUGO o RIFUGIATO POLITICO! Solo a questo 5% dovremmo dare eventuali aiuti e comunque garantendo almeno un aiuto agli italiani. Gli altri sono CLANDESTINI!

Per quanto ancora dovremmo accettare tutto questo, fregandocene dei cittadini abbandonati al loro destino?

On.le Emanuele Prataviera

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La discussione è aperta: una persona ha già commentato

  1. Egregio signore,

    mi permetta di riflettere sulle considerazioni che da sole spiegano e illustrano il suo punto di vista.
    Non posso credere che lei possa pensare veramente che la cattiva condizione di vita di molti di noi, dipenda da 205 disgraziati che necessitano di aiuto.
    Lei immagino, che oltre ad essere cattolico sarà anche cristiano. Sbaglio?
    Lei li ha chiamati “foresti”, Gesù li ha chiamati fratelli. I fratelli, per lei, sono solo i vicini di casa, al massimo gli italiani.
    Il suo argomentare, così pieno di premesse, gode della buona compagnia di chi argomenta per scatenare i più nascosti istinti di esclusione e di indifferenza.
    Mi pare che la politica del “prima veniamo noi…” le assomigli.
    Ah le parole, quanto fanno male, clandestini, profughi, rifugiati politici… lo sa lei che dietro alle lettere dell’alfabeto ci sono le facce e i cuori delle persone? Non se la prenda con chi non c’entra ed è più debole di noi, non è onorevole.

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