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Alzheimer, frutta e verdura dimezzano il rischio. Ecco come

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Alzheimer frutta verdura contro rischio 200129

Alzheimer, da oggi la consapevolezza di avere un alleato in più. Il consumo di frutta e verdura potrebbe dimezzare il rischio della malattia.

Il consumo di ‘flavonoli’, antiossidanti presenti in frutta e verdura, ma anche in tè, cacao e vino rosso, sono gli alleati contro questa battaglia.

Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Neurology di Thomas Holland, della Rush University a Chicago.

I flavonoli sono antiossidanti della famiglia dei flavonoidi. La fonte più ricca è rappresentata dai capperi, che ne contengono fino a 490 mg/100 g di peso fresco, ma si trovano abbondanti anche in cipolle, cavolo riccio, broccoli, porri, frutti di bosco (mirtilli etc), nell’uva e in tè, cacao e vino rosso.

I principali flavonoli nei cibi sono quercetina, Isoramnetina, Campferolo e miricetina.

Lo studio ha coinvolto 921 anziani di età media 81 anni e tutti senza Alzheimer all’inizio dello studio.

Gli anziani – monitorati per sei anni di seguito – sono stati intervistati relativamente ad alimentazione, stili di vita, livello di istruzione e altri parametri e divisi in gruppi in base al livello di consumo quotidiano di flavonoli.

È emerso che coloro che avevano consumi giornalieri più elevati di flavonoli (15,3 milligrammi al dì in media) presentavano un rischio di Alzheimer del 48% inferiore rispetto ai coetanei con basso consumo quotidiano di flavonoli (5,3 milligrami/dì).

Nel campione, infatti, nel corso di sei anni di osservazione si è ammalato di Alzheimer il 30% delle persone con bassi consumi di flavonoli, contro il 15% di quelle con consumi elevati.

A offrire la maggiore protezione dall’Alzheimer (-51% di rischio) è risultato in particolare il Campferolo che si trova ad esempio in broccoli, spinaci, tè e fagioli.

Per quanto questo studio sia solo osservazionale e quindi insufficiente a stabilire una relazione di causa ed effetto tra consumo di flavonoli e protezione dall’Alzheimer, i risultati confermano ancora una volta l’importanza della sana alimentazione nella prevenzione di malattie gravi. Come l’Alzheimer, appunto.

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