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A Venezia le visioni oniriche e inquietanti dei capolavori di Jheronimus Bosch

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A Venezia le visioni oniriche e inquietanti dei capolavori di Jheronimus Bosch

A Venezia le visioni oniriche e inquietanti dei capolavori di Jheronimus Bosch, per raccontare un altro volto del ‘500 sulla laguna, lontano dal lirismo tonale e da Tiziano, a Forte dei Marmi (Lucca) le opere di nove artisti internazionali per una emozionante collettiva a cielo aperto: un appuntamento di rilievo tra quelli che si aprono nel week end, che vede anche a Roma adeguarsi con l’esposizione di due rari e importanti dipinti di Daniele da Volterra, che influenzarono Michelangelo.

Le tre opere di Jheronimus Bosch conservate alle Gallerie dell’Accademia, le uniche appartenenti a musei italiani, sono lo spunto per una grande mostra dedicata al genio olandese nei 500 anni dalla morte, allestita dal 18 febbraio al 4 giugno nell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale.

Intitolata ‘Jheronimus Bosch e Venezia’, l’importante rassegna presenta, dopo un attento restauro, i due trittici e le quattro tavole de ‘Il martirio di santa Ontocommernis (Wilgefortis, Liberata)’, ‘Tre santi eremiti’ e ‘Paradiso e Inferno (Visioni dell’Aldilà)’, che nel percorso espositivo sono affiancati da quasi 50 opere realizzate da maestri quali Jacopo Palma Il Giovane, Quentin Massys, Jan Van Scorel, Joseph Heintz, Durer, Bruegel, Cranach e Campagnola, ma anche bronzi e marmi antichi, preziosi e rari manoscritti e volumi a stampa.

Una straordinaria selezione in grado di far scoprire un altro volto del ‘500 veneziano, che accanto al classicismo tizianesco e al lirismo tonale inseguiva una passione dotta per il tema del sogno e le visioni oniriche, magistralmente immortalate da Bosch.

La mostra vuole anche chiarire i collegamenti tra le Fiandre e uno dei più raffinati e colti protagonisti della scena veneziana, il Cardinale Domenico Grimani, che volle i capolavori dell’artista, e intende illustrare anche le connessioni di questo ambiente culturale con la cabala ebraica e la cultura giudaica in generale, rievocando infine i salotti che a Venezia diventavano luogo e occasione di discussioni e scambi d’opinione, di natura filosofica e morale.

Jheronimus Bosch e Venezia
Palazzo Ducale, Venezia
18 febbraio – 4 giugno 2017

(foto: Jheronimus Bosch, Trittico dei santi Eremiti, particolare, 1495-1505 circa. Credit ©
Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, “su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia”)

Paolo Pradolin

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