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A cosa servono gli uomini – Ritrovare se stesse anche dopo i 30 anni

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A cosa servono gli uomini

Uscirà nelle nostre sale il prossimo 30 giugno “Il piano di Maggie” diretto da Rebecca Miller con Julianne Moore, Ethan Hawke, Travis Fimmel e la principessa, sulla strada per diventare regina, delle indie comedy, Greta Gerwig. La pellicola è liberamente ispirata al libro di Karen RinaldiA cosa servono gli uomini” edito da Rizzoli e che potete già trovare nelle librerie e ci porta nella vita di Anna, Isabel, Beth e Maggie, amiche e donne in carriera.

Insieme lavorano alla Red Hot Mama, una startup di successo che produce e vende biancheria sexy per signore incinte e neo mamme. Anna è sempre di corsa, ha un marito disoccupato e due figli a cui dedica troppo poco tempo. Sua sorella Isabel è incinta e in preda a una tempesta ormonale che la porta a tradire Sam, marito amorevole ma spesso in viaggio, con Christopher, una vecchia fiamma che le aveva spezzato il cuore. Beth invece, con forza, dedizione e un pizzico di leggerezza ha deciso di dedicarsi a Paul, il suo ex marito affetto da AIDS. Poi c’è Maggie, che vive con John, professore associato di storia del cinema avvolto da un’aura intellettuale; nel passaggio da amante a marito John però è diventato noioso e pigro, e a Maggie basta lo sguardo ammiccante di uno sconosciuto per capire che ha bisogno di un piano. Tutte con segreti e battaglie quotidiane da combattere e vincere, le quattro protagoniste di “A cosa servono gli uomini” si ritrovano a dover compiere scelte importanti che mettono in gioco il loro ruolo di donne, madri e mogli. La domanda che le terrà unite e le sosterrà è semplice e brutale: ma gli uomini servono ancora?

Un libro che piacerà soprattutto a quel pubblico che ha amato “Mangia, Prega, Ama”, un pubblico adulto, maturo che riuscirà a ritrovarsi nelle paure e nei dilemmi delle sue protagoniste divise tra uomini, lavoro e famiglia. Sogni, speranze e desideri, infatti, si intrecciano in un’opera più riflessiva che d’azione, dove Rinaldi pone il lettore, soprattutto quello femminile, nella posizione di quinta protagonista a domandarsi come si sarebbe comportata se si fosse trovata nei panni di Isabel piuttosto che in quelli di Maggie.

“A cosa servono gli uomini”, nonostante la limitatezza di target a cui è rivolto (le più giovani faranno abbastanza fatica ad entrare nella storia e nei meccanismi che regolano quel tipo di vite), è anche un inno alla vita, al voler dire “non è mai troppo tardi per ricominciare” perché Maggie ha un piano per tornare a sentire la vita pulsarle nelle vene e ritrovare se stessa. Un’opera interessante e propositiva che interessa anche dal punto di vista strutturale, mostrando una stessa scena da diversi punti di vista, riavvolgendo il nastro e facendoci notare come un evento possa connotarsi di mille significati differenti se visto da occhi diversi.
Ovviamente questa scelta narrativa, blocca un po’ il libro per quanto riguarda la trama che fatica a procedere, ristagnando leggermente sulle psicologie delle sue protagoniste.

Un libro dunque, che piacerà a chi ama riflettere sulla vita e, magari, vedere se stesso attraverso lo specchio delle parole.

Sara Prian

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