“Ringrazio tutte le persone e in particolare le famiglie che sono presenti qui oggi perché per la prima volta ricominciamo a festeggiare anche il patrono della città, com’è giusto che sia”. Con queste parole il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha aperto il suo intervento alla festa di San Marco, organizzata dal Comune in Piazza. L’Amministrazione ha infatti voluto che il 25 aprile non fosse solo giorno di commemorazione per il 71° anniversario della Liberazione, ma anche l’occasione per celebrare il patrono marciano.
“Venezia si riprende la sua storia – ha continuato il sindaco – e ricomincia a parlare di libertà. La libertà della gente che lavora, della gente che non ha bisogno di abbassare mai la testa, la libertà di chi vuole pensare al lavoro del domani”. Lavoro e sicurezza sono, per Brugnaro, valori che ognuno, nel proprio piccolo e con le proprie azioni quotidiane, può affermare e realizzare. Ed è grazie ad essi che “possiamo cambiare Venezia e il Veneto – ha affermato Brugnaro -, ma anche l’Italia e l’Europa”.
Il sindaco ha infine concluso il suo discorso sottolineando che Venezia, città metropolitana e internazionale, deve essere inclusiva e deve tornare ad essere un grande luogo di incontro per la cultura per il mondo intero.
A precedere il discorso del primo cittadino, tenuto dal podio di circa 100mq allestito sotto il Museo Correr, l’ingresso in Piazza dell’ “Esercito Veneto Real Francesco Morosini”, e gli interventi del delegato comunale alle Tradizioni, Giovanni Giusto, di Edoardo Rubini sulla leggenda del “bòcolo” – il bocciolo di rosa rossa che tradizionalmente i veneziani regalano alla propria amata il 25 aprile – e di Renzo Fogliata sulla storia del patrono, intervallati da musiche di Giuseppe Verdi, a cura dei musicisti e del coro del Teatro La Fenice.
L’Inno di San Marco ha chiuso le celebrazioni nella città storica.
26/04/2016