Ci troviamo qui ad inizio 2015, ma è tutto come ad inizio 2014. Si parla per il secondo anno consecutivo di tagli nei trasferimenti statali, di stop a assunzioni e consulenze, tagli ai prestiti in banca, spese pubbliche ridotte all’osso, mondo del sociale a rischio.
Venezia non è riuscita a rispettare il patto di stabilità e dunque il 2015 si apre con le peggiori prospettive possibili. Non sarà un’impresa facile da portare avanti per chi vincerà il mandato alle elezioni della prossima primavera, che riproporrà a Venezia un sindaco scelto dai cittadini.
Dove ha fallito anche il Commissario Prefettizio Zappalorto? Troppo grande la voragine forse: all’appello mancano una 20ina di milioni provenienti da gestioni precedenti, mentre sono ora saltati i 40 milioni del Patto di stabilità. Se si calcola che quest’anno i trasferimenti statali si ridurranno ancora per tutti i Comuni e Venezia perderà altri 30 milioni, si può calcolare a spanne che il nuovo sindaco affronterà una gestione che parte 100 milioni sotto.
Si spera dunque in Roma per un «Salva Venezia bis» in seno al decreto Milleproroghe per attenuare le sanzioni dell’uscita dal patto. In caso negativo si ritornerà a parlare di tagli ai salari e dismissioni.
Da tenere presente, inoltre, che il 2015 sarà anche l’anno dell’avvio dell’esercizio del tram fino a Venezia, della decisione del governo sulla via alternativa per le grandi navi (Contorta, si o no?) e anche della città metropolitana al posto delle Province.
Auguri sig. sindaco.
Paolo Pradolin
[02/01/2014]
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