Ultima serata per la Biennale di Milano, che chiuderà domani la sua cinque giorni al Brera Site di via Erbe 2.
Per l’occasione era presente alla mostra – organizzata dal manager Salvo Nugnes, che ha esposto le opere di oltre cento artisti nazionali e internazionali – Vittorio Sgarbi: “È probabile e auspicabile – ha detto – che la Biennale di Milano arrivi ad essere concorrente a quella di Venezia”.
“È più democratica di quella di Venezia: rispecchia – ha proseguito – gli artisti nella loro necessità di esprimersi, mentre alla Biennale di Venezia gli artisti sono scelti su capriccio del curatore, che in base a una sua personale verifica ha stabilito che gli artisti che ha scelto sono i migliori”.
Una selezione – secondo Sgarbi – che non dà un’effettiva rappresentazione degli artisti italiani: “se i numeri di quelli scelti sono alti allora potrebbe essere rappresentativa dello stato dell’arte, altrimenti è chiaro che è solo arbitrio”, ha sottolineato facendo riferimento al fatto che al “Padiglione Italia della Biennale di Venezia il nostro Paese sia stato rappresentato da 3 artisti. Un’idiozia, un evento che è una falsa provocazione aristocratica e selettiva, costata ben 13 milioni di euro allo Stato”.
E invita a una sorta di “boicottaggio”: “Gli artisti italiani dovrebbero mostrare un’azione molto forte e dire che la Biennale dove si sentono rappresentati è quella di Milano”.
Sgarbi, che dopo la visita ha detto di aver apprezzato in particolare cinque degli artisti esposti, ha poi definito lo stato dell’arte contemporanea “inquietante” perché ha una produzione ormai incontrollabile, per cui gli artisti faticano ad emergere sul mercato.