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In viaggio con Lloyd, l’imperdibile ritorno del maggiordomo più utile del mondo

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Tutti avremmo bisogno di un maggiordomo che ci guidi lungo la via. Non importa che sia una figura reale o immaginaria, l’importante è che sia presente per aiutarci a mettere la freccia quando dobbiamo svoltare oppure freni se non vediamo lo stop. Simone Tempia da quando ha creato quella magnifica pagina Facebook, ha permesso a migliaia di persone di trovare spunti e suggerimenti nelle parole del fedele Lloyd.
Fareste mai a meno di un amico che sa sempre dire la cosa giusta al momento giusto? Certo che no. È per questo che, quando il Destino ci dà un appuntamento, tutti vorremmo portarci dietro un maggiordomo come Lloyd: immaginario ma di rara concretezza, capace con una sola battuta di fugare i dubbi che assillano il suo sir. Ma che fare se il Destino ci convoca all’improvviso e non abbiamo il tempo di invitare il nostro Lloyd? Poco male, suggerisce Simone Tempia in questo romanzo: un maggiordomo immaginario può parlare attraverso lettere, telegrammi, telefonate e messaggi nella bottiglia. Perché se è vero che alcuni viaggi vanno fatti da soli, è altrettanto vero che non si può partire senza mettere in valigia l’indispensabile.
E se il primo libro era più un manuale di sopravvivenza da consultare a tempo debito, questo In viaggio con Lloyd, edito sempre da Rizzoli Lizard, è un vero e proprio breve romanzo metaforico, emozionante che, permettetemi il paragone, accosterei ad un moderno Siddhartha di Hesse. Leggendolo, infatti, le sensazioni sono le stesse: non puoi essere lettore passivo, ma devi ascoltare e assimilare ogni parola, ogni frase, captare il messaggio che arriva con semplicità e profondità.
Il viaggio del protagonista è uno di quei percorsi che almeno una volta nella vita ci troviamo ad affrontare. La differenza, sembra dirci Tempia, è l’atteggiamento con cui decidiamo di andare incontro al Destino. Come i racconti epici, le figure astratte assumono qui forme concrete, tanto da meritarsi le maiuscole come facevano Omero o Virgilio. E alla fine Lloyd è proprio un moderno vate che, meno invadente della sua copia dantesca, accompagna tra le bolge della vita il protagonista sempre più perduto in quella che sembra una selva sempre più oscura e senza via d’uscita.
Il viaggio raccontato in questo romanzo è affascinante, irto, meraviglioso, complicato esattamente come è la vita stessa. Possiamo dire che Simone Tempia abbia intrapreso un percorso letterario ambizioso, ma che abbia anche trovato il modo di farlo in maniera semplice e diretta, sintetica, dimostrando che per arrivare al cuore di chi legge e parlargli direttamente, non servono tomi, paroloni o chissà che, ma erve una sensibilità fuori dal comune e una retorica in grado di farsi capire da chiunque, indistintamente.
In viaggio con Lloyd è proprio questo: un romanzo che parla a noi di noi, che condivide con tutte le persone che in queesto momento si sono perse il proprio maggiordomo, donandoci speranza e quella spinta per convivere con le nostre paure, direzione la vita (come direbbe Annalisa).

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