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Un veneziano alla corte Moghul – Il grande viaggio di Manucci

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un veneziano alla corte moghul

Tutti abbiamo sentito parlare di Marco Polo, del suo meraviglioso viaggio nelle terre orientali, riportando a Venezia tutta la sua conoscenza che si tramanda ancora oggi a chi si avventura nella lettura de Il Milione. Pochi però conoscono la storia di un altro veneziano che a soli 18 anni, nel 1656, decise di intrufolarsi su un vascello per scoprire le oasi lontane dell’India e lì stabilirsi per la vita andando incontro a mille peripezie. Stiamo parlando di Nicolò Manucci ragazzo a tratti ingenuo e spericolato che vivrà per decenni fianco a fianco con gli uomini che hanno avuto in mano il destino dell’India: i moghul. Colta al volo l’occasione di introdursi nella corte di Delhi – dove ha sede il celebre Trono del pavone costellato di diamanti –, sarà soldato, cortigiano, medico, diplomatico, e infine narratore della propria storia.

A partire dalla Storia do Mogor dello stesso Manucci e da uno studio diretto dei documenti, Marco Moneta con il suo Un veneziano alla corte Moghul (UTET, pp 314, 20,00€) ci regala un ritratto divertente ed avvincente di questa personalità, offrendoci contemporaneamente anche uno scorcio della Storia indiana e degli usi e costumi che il protagonista incontra nel suo viaggio dal Deccan fino a Goa, passando per Madras e Golconda. Ci troviamo così a conoscere personaggi storici a noi sconosciuti come il principe filosofo Dara Šikoh, il suo spietato fratello Aurangzeb, il maharaja ribelle Shivaji e tutta una schiera di principi, principesse, sultani, eunuchi, mercanti, gesuiti, santi sufi, funzionari britannici e francesi, missionari cappuccini.

Lo sguardo di Nicolò è attento ai dettagli, non manca di esaltare le sue imprese e marciarci su, le abbellisce per i posteri offrendoci così aneddoti che sembrano appartenere al genere picaresco, ma che offrono al lettore non solo spunti di riflessione su quell’epoca, ma anche delle risate. Sì perché a volte il nostro protagonista, di quello che più che un saggio sembra grazie alla mano attenta di Moneta, un vero e proprio avvincente romanzo,  si ritrova in situazioni al limite del surreale nel quale riesce sempre ad uscirne trionfante. Basti pensare che Nicolò si improvvisò medico e con una serie di colpi di fortuna riuscì a curare persone, anche di alto rango, che altri medici attestati davano ormai per morti, diventando così uno dei più apprezzati curatori dell’epoca senza però aver mai studiato seriamente se non dall’esperienza e dai libri che si fece mandare da Venezia. Provate ad immaginare in che situazioni potè trovarsi!

Nicolò è un uomo dalle mille risorse, a volte un po’ incosciente, ma che Marco Moneta con il suo libro che alterna narrazione e pezzi scelti con estrema attenzione tratti dalla Storia do Mogor, ci permette di conoscere nei suoi lati positivi sia in quelli negativi, offrendoci una panoramica a 360° gradi di un protagonista dimenticato dalla storia e ancora di più dai veneziani.

Per questo per noi italiani, un tempo patria di esploratori, e ancora di più per noi veneziani è d’importanza fondamentale conoscere una personalità così e questo libro è quanto di meglio ci possa capitare tra le mani per avvicinarsi a quel mondo che ancora oggi, su di noi, esercita fascino esotico.

Sara Prian

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