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Giovane uccise la madre perché non rivelava identità del padre: chiesti 30 anni

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Il giudice: "Lo Stato non c'è", mi prendo una pistola

Uccise la madre perché non gli voleva rivelare chi fosse suo padre.
Questa in sostanza la storia crudele che vede oggi una tappa giudiziaria
fondamentale

Oggi per il 24enne Lorenzo Borghi,
il pm Vittoria Bonfanti ha chiesto una condanna a 30 anni di
reclusione per l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato
dai futili motivi, dalla minorata difesa e dall’aver commesso il
reato contro l’ascendente.

Il gup Vilma Passamonti, davanti al
quale si svolge il processo col rito abbreviato, ha aggiornato
l’udienza al 4 ottobre prossimo per l’intervento della difesa e
per la camera di consiglio che porterà alla sentenza.

Lorenzo Borghi fu arrestato nel giugno dello scorso anno dopo
che la madre Paola (pensionata di 65 anni che per anni aveva
lavorato in un’Asl capitolina) fu trovata morta nel suo
appartamento in zona Appio a Roma. La donna era riversa sul
pavimento della camera da letto, semivestita, con un cuscino sul
viso e una molletta sul naso.

Il figlio Lorenzo, secondo la
ricostruzione accusatoria, aveva palesato astio nei confronti
della madre perché la donna non voleva rivelargli l’identità del
padre.

Fin dall’inizio i sospetti degli investigatori si
concentrarono su di lui. Il ragazzo inizialmente raccontò che
alcuni ladri si erano introdotti in casa rubando i contanti che
la madre aveva prelevato il giorno prima, aggiungendo di aver
saputo che la donna alcuni giorni prima aveva perso le chiavi di
casa.

Secondo quanto si apprese, raccontò che la notte stava
dormendo quando fu svegliato da alcuni rumori sospetti; e che,
entrato in camera da letto, aveva trovato la madre stesa sul
pavimento. Questa versione non convinse chi indagava (l’
appartamento non presentava alcun segno di effrazione); poco
dopo, Lorenzo Borghi crollò e confessò di essere l’autore dell’
omicidio.

Per lui si aprirono le porte del carcere; adesso nei
suoi confronti è stato istruito il processo che, dopo la
richiesta di condanna di oggi, ad inizio del prossimo mese si
definirà con la sentenza.

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