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“Tutta Colpa di Freud”, la psicanalisi dell’amore italiano

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tutta colpa di freud film al cinema

L’Italia torna a far sentire la sua voce nel campo delle commedie e, ultimamente, lo sta facendo in maniera concreta con opere che farebbero invidia al più vivido mercato statunitense.

Dopo “Un fantastico via vai” di Pieraccioni ecco che un’altra pellicola (sarà un caso se a firmarne il soggetto c’è anche lo stesso regista toscano?) che convince nella sua freschezza. “Tutta Colpa di Freud” di Paolo Genovese è la sorpresa di questa settimana, parlando a modo suo, ma allo stesso tempo universalmente della malattia più diffusa al mondo: l’amore.

Francesco (Marco Giallini) è un analista alle prese con le sue tre figlie: Marta (Vittoria Puccini) libraia innamorata di un ladro di libri sordomuto, Sara (Anna Foglietta) omosessuale decisa a diventare etero dopo continue delusioni d’amore e Emma (Laura Adriani), 18enne che frequenta un 50enne sposato. Francesco dovrà districare la matassa della sua famiglia, mentre un nuovo complicato caso sembra affacciarsi all’orizzonte: il suo, infatuato di una misteriosa donna col cane.

Una commedia piena di vita, di battute inserite al momento giusto e perfette per sdrammatizzare anche le situazioni più complicate. Dei personaggi irresistibili in un cast che dà assolutamente il meglio di sé, coinvolgendo lo spettatore in momenti in cui, molte volte, è facile ritrovarsi.

E’ questo infatti il punto di forza di “Tutta colpa di Freud”; riuscire a parlare al pubblico in maniera semplice e diretta coinvolgendolo completamente in una delle tematiche più diffuse non solo al cinema, ma con la quale abbiamo a che fare tutti i giorni: l’amore.
Genovese intelligentemente non si limita a raccontare il classico rapporto, visto e rivisto, ma spazia mantenendo come base della sua struttura narrativa l’amore famigliare, quello tra padre e figlie e quello tra sorelle. Senza quell’amore, donatoci fin da piccoli, non saremmo in grado di vivere tutti quegli altri che si pongono sulla nostra strada, il regista lo sa bene e da qui parte per costruire una storia intricata, ma piena di spunti di riflessione.

“L’amor che move il sole e l’altre stelle” diceva Dante e allo stesso modo fa Genovese che rende Francesco il sole al centro di questo microcosmo e le stelle del suo universo, le figlie, che a loro volta si muovono grazie all’amore, per quanto disfunzionale possa essere. Lo scopo dell’uomo, sembra dirci il regista, è quello di amare, di farsi del male anche, ma sempre amando solo così può sentirsi vivo e completo, e non ci sono barriere che possano fermare un sentimento, non esiste ostacolo che non si possa superare perché Amor vincit omnia.

Una pellicola fresca, frizzante, che mette, come raramente capita, gioia nel cuore e allegria perché Francesco, Marta, Sara, Emma, Alessandro, Claudia, Fabio siamo noi, con tutti i nostri difetti e difficoltà, ma siamo noi in un ritratto vivido dell’amore nel 21esimo secolo.

Sara Prian

[26/01/2014]

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  1. Devo dire che era proprio un bel po’ ke non vedevo una commedia così…….brillante, attuale, delicata, profonda ma tanto, tanto divertente!!!! La conferma del livello degli attori, la scoperta di un regista capace e acuto!!! Veramente due ore spese meravigliosamente!!!

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