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Trenitalia e il ritardo … “cadenzato”, ma provate voi a non obliterare

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Orari treni nuovi dall' 11 dicembre 2016

Qualcuno ha il sospetto che a Trenitalia interessi fare solo profitti, e che i pendolari siano passeggeri “del dio minore” dei treni regionali e quindi… “chi se ne frega”?

Avete visto sparire le utili fontanelle tra i binari delle stazioni (indispensabili per rinfrescarsi quando l’aria condizionata nei treni regionali è guasta), e sostituirle con distributori di acqua in bottiglia a minimo due euro al litro (il vino costa forse meno…) ?

Vi fanno pure pagare anche 1,50 euro per “espellere” la preziosa acqua bevuta, nei bagni in stazione, mentre magari i bagni del vostro treno erano inaccessibili?

Avevate visto nascondere gli orari dei treni regionali per vendere solo i biglietti per “Le Frecce”, e magari sanzionare Trenitalia con cinque milioni di euro (il massimo della multa) dall’Autorità per la concorrenza e il mercato (magari perché l’ho segnalato io ancora nel 2014)?

Qualcuno dirà che sono solo impressioni, ma vorrei dirvi cosa penso:

dopo aver visto inondare i mass media con annunci sulla “strabiliante” novità dell’orario cadenzato, che pareva dover risolvere tutti i problemi dei ritardi, ho toccato con mano ancora una volta la vecchia realtà:

martedì scorso il regionale “veloce” (???) n. 2474 da Venezia per Padova, alle 14.12 (orario di partenza previsto ) non si sapeva nemmeno in che binario stesse arrivando, i passeggeri, sotto le correnti di vento gelido vicino ai binari, col naso all’insù cercavano di capire in che binario andare.

Nessuna scritta di ritardo (eppure il treno nemmeno c’era al binario di partenza…), nessuno, dalla biglietteria alle assistenti, sapeva qualcosa, nessun capostazione in zona.

Solo all’ora di partenza viene segnalato il ritardo, ma il treno è arrivato per caricare i passeggeri (in un altro binario) ben oltre i cinque minuti, ed è partito con 26 minuti di ritardo (cioè è partito esattamente quando doveva essere già a Padova!), e arrivato a Padova accumulandone ben 29!

Sceso alla stazione d’arrivo, in fretta chiedevo ad un addetto al treno di scrivermi sul biglietto l’ora di arrivo, per eventuali reclami, ma sono stato indirizzato alla biglietteria.

Qui, in affanno, ho chiesto agli addetti se mi scrivevano rapidamente quanto chiedevo: era quasi scattato l’allarme perché stavo “violando” la distanza della Privacy e non avevo preso il numero, e poi dovevo compilare il modulo per il rimborso (per poi scoprite che fino ad un’ora di ritardo non c’è diritto al rimborso! Legge europea, ci mancherebbe! Anche se il viaggio è di 15 minuti e il ritardo di trenta!).

Avventura finita? Eh no, troppo bello: il ritorno dove lo mettete?

Infatti il Regionale “veloce” delle 17.21 per Mestre, arriva già a Padova “puntualmente” con 15 minuti di ritardo, per partire poi alle 17,36, ovvero quando dovevo essere già a Mestre, dove sono sceso alle 17.51 in quanto Trenitalia aveva “gelosamente conservato” i suoi 15 minuti di ritardo…

Totale: 45 muniti di ritardo su 41 minuti di viaggio…! Da Guinness dei primati? Magari! Io credo ci sia di peggio…

Fare un altro reclamo? Nemmeno a pensarci: non si sa mai a che ora avrei finito…

Capite ora perché Trenitalia può anche affermare che i reclami sono pochi, e certi dirigenti, fieri di ciò, appaiono a volte trionfanti sulle foto dei giornali, magari pure assieme al relativo assessore regionale, in un clima di gioia comune?

Non certo perché i passeggeri siano contenti del servizio, ma perché gli fanno passare la voglia di fare reclami in stazione! Figuriamoci gli stranieri….!

Io intanto aspetto ancora dal 2013, da RFI (Rete Ferroviaria italiana), nonostante i solleciti inviati pure alla Regione, la risposta sul perché il 29.7.2013, in piena stagione turistica, avessero lasciato decine di persone, con valigie e zaini, per ben quaranta minuti senza treni né informazioni corrette, alla stazione di Calalzo di Cadore…

Risposta (pure quella) in “consueto ritardo” ?

Nei treni, di europeo a quanto pare c’è solo il margine di tolleranza dei ritardi senza rimborso, passato da 30 minuti a un’ora!

Per il resto, il monopolio nei treni regionali pare continuare indisturbato (ancora nessun bando europeo, in barba alla concorrenza…), in compenso il comodo Venezia – Calalzo è stato diviso in ben tre cambi di treno (e meno male che bisognava incentivarne l’uso a scapito dell’auto per non inquinare pure le Dolomiti!), mentre il servizio ferroviario, da trasporto pubblico sembra diventare solo affare e profitto, facendo pagar cari persino tutti i servizi di prima necessità come bagni, acqua e pure…sale d’attesa ora…” riservate” (oppure ti siedi per terra!).

Il tutto anche a costo di nascondere orari di treni regionali a vantaggio delle “FRECCE”.

Giattanto, cosa volete che siano 5 milioni di euro di multa, magari di fronte a 90 milioni di euro di profitti?

Fare i “furbi” a volte sembra convenga. Peccato che questo valga solo per certi!
Provate a dimenticarvi di obliterare, pur avendolo, il biglietto….

Prof. Fabio Mozzatto – Venezia

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