Io sto con Totti, io sto con Spalletti. E’ questo il tormentone calcistico della settimana, problema esistenziale dei tifosi italiani. Perché per i romanisti c’è poco da pensare: Totti a prescindere.
Ed invece no, ha ragione Spalletti da vendere e quando i tifosi giallorossi metteranno la ragione e il tifo prima del cuore, capiranno quanto l’addio di Totti sia una boccata d’aria fresca per il club. Il talento, la bandiera, il simbolo, l’idolo ma anche un punto fermo intoccabile che ha fatto il bello e il cattivo tempo sul campo e nello spogliatoio. Chi osava metterlo in discussione era finito. Cari i miei tifosi, i veri tifosi sostengono la squadra, non il singolo elemento.
Per vent’anni invece Francesco Totti veniva prima del bene del Club, non a caso in vent’anni si è vinto solamente sotto la guida di Fabio Capello. L’unico con degli attributi abbastanza grandi da riuscire a farsi rispettare. Tutti gli altri allenatori hanno pagato dazio, fallendo miseramente; epico l’allontanamento di Luigi Del Neri perché faceva correre “troppo” in allenamento.
La verità è molto semplice, Francesco Totti non ha ancora accettato il fatto che prima o poi deve dire addio al mondo del pallone. Non si è forse mai visto oltre i campi di calcio. Per questo le sue panchine stanno suscitando tanto clamore, in questo non è paragonabile ai campioni come Baggio o Del Piero. Giocatori con talento maggiore che se ne sono andati senza tanto clamore, perché hanno capito il momento in cui la grande squadra non aveva più bisogno di loro. Certamente Spalletti non è stato “delicato” nella sua prima intervista ma proprio per questo la risposta del calciatore non doveva avvenire a mezzo stampa. Inoltre alla soglia dei quarant’anni cosa pretendi? Il capitano giallorosso deve crescere e decidere cosa vuole fare da grande.
Nel frattempo con la guida di Spalletti la squadra ha cominciato davvero ad ingranare e i risultati si susseguono a ripetizione. La sfida per il terzo posto è davvero entusiasmante: Roma, Inter, Fiorentina e ora anche il Milan, si sfideranno probabilmente fino all’ultima giornata per il piazzamento Champions League.
Ed è proprio la squadra rossonera la sorpresa dell’ultimo periodo, lo testimonia anche l’ottimo pareggio in casa del Napoli. Un risultato che fino a qualche mese fa era impensabile, ora invece i rossoneri sono diventati una mina vagante che può decidere le sorti del campionato. In zona retrocessione tutti stanno perdendo colpi, in primis la Sampdoria.
Incapace di vincere, per colpa di un presidente che ha distrutto una squadra che con Walter Zenga si stava tranquillamente salvando. Incommentabile la situazione di Palermo, dove Zamparini richiama Iachini e ne prende cinque dalla Roma. Se i rosanero retrocederanno sarà solo colpa della dirigenza. L’Udinese è dal 6 gennaio che non conosce la gioia della vittoria e domenica la sfida con l’Hellas Verona è una tappa fondamentale per il proseguimento del campionato.
Nella zona calda solo i gialloblu e il Genoa hanno vinto ed ora, per quanto difficile, proprio gli scaligeri sono rientrati in corsa. Sette punti dal quest ultimo posto sono un’impresa titanica, praticamente impossibile ma un calendario che prevede ancora molti scontri diretti da speranza.
Carpi, Sampdoria, Udinese, Frosinone e Palermo. Cinque sfide da vincere.
Mattia Cagalli
24/02/2016
(cod tottispa)