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The Conselour, il Procuratore: super cast sprecato. Di Sara Prian

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film al cinema the counsellor il procuratore

Ci sono dei libri che devono rimanere tali, non devono essere trasformati in film, perché finirebbero per perdere la loro essenza. Questo è il caso dell’opera di Cormac McCarthy “The Counselor – Il procuratore”, che messa nella mani del grande Ridley Scott, si trasforma in un’operazione vuota, lenta, che avrebbe funzionato di più come cortometraggio, ma che così finisce per girare su se stessa.

Un importante procuratore (Michael Fassbender) crede di poter entrare nel giro di spaccio di droga senza subire nessuna ripercussione. Ma quando si ritroverà a compiere la scelta sbagliata, saranno in molti a cadere a causa sua.

Filosofico, filologico e metaforico. Tre aggettivi che descrivono perfettamente questo “The Counselor” in un film che rimane per tutte le sue quasi due ore in continuo stato embrionale. Infatti, la sensazione che si ha, è che l’opera stia sempre per prendere il via, partire in spiegazioni e in risoluzioni tipiche del genere thriller a cui, sembra, far capo, ma invece questo non accade mai, anzi. Scott continua a perpetrarci spiegazioni da manuale di filosofia che se possono funzionare in un libro, al cinema, per il grande pubblico, diventa un’operazione rischiosa tanto quanto complicata.

Probabilmente il regista lo sa bene e per questo infarcisce il film di un grandissimo cast acchiappa pubblico, con un Michael Fassbender a guidare le fila seguito da Javier Bardem, Penélope Cruz, Cameron Diaz, Brad Pitt più una serie di comparsate degne di nota come Bruno Ganz o Natalie Dormer. Ma questo non basta e non serve soprattutto se poi il nutrito parterre di star è sacrificato all’interno di una sceneggiatura che l’ingabbia e li soffoca, non permettendo loro di potersi esprimere al meglio.

In fondo lo sappiamo tutti: i lavori dello scrittore McCarthy sono tra i più complessi dell’ambiente americano, e si può quindi apprezzare lo sforzo di Ridley Scott di mettere in scena questa opera, ma a volte, forse, occorre un po’ di umiltà nel capire quando un libro può funzionare sul grande schermo oppure no, non importa la grandezza, innegabile del cineasta.

“The Counselor – Il Procuratore” gira attorno al significato del cacciatore e della preda e lo si comprende subito, nella prima sequenza in cui appare Cameron Diaz e i suoi ghepardi, in un’ insistita scena di caccia alla lepre, lo sviluppo del film è già esplicitato. Inutili sono i discorsi filosofici, i momenti “WTF?” se poi a mancare è una vera e solida struttura narrativa in grado di interessare il pubblico in un’opera che poteva essere profonda e allo stesso tempo avvincente, ma che si trasforma in un aborto cinematografico.

Sara Prian

[20/01/2014]

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La discussione è aperta: una persona ha già commentato

  1. Pur essendo in parte d’accordo con l’autrice, vorrei far presente che The Conselour non è tratto da un libro, anzi è proprio la prima volta che McCarthy si cimenta nel creare una sceneggiatura. Un dettaglio che considero piuttosto importante. Un po’ più di precisione, e preparazione, prima di scrivere sarebbe utile…

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