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Ad un mese dal terremoto al centro sud

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I numeri sono tristemente noti: 297 vittime, 4 miliardi di danno dentro l’esistenza travagliata di chi è rimasto, di chi ha perso tutto e che ancora sente la terra tremare sotto i piedi, perché le scosse sismiche si ripresentano puntualmente (la notte scorsa nella zona tra Norcia, Accumuli e Arquata del Tronto, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo 3,8) e la vita si ferma ancora per raccogliere ciò che resta della speranza.

Il responsabile della protezione Civile Fabrizio Curcio, il presidente Matteo Renzi e il commissario straordinario Vasco Errani, alle prese con una situazione complessa, seminano ottimismo per la terra colpita dal sisma, promettono una ricostruzione responsabile, la ripresa di una quotidianità possibile che la notte tra il 23 e il 24 agosto ha tragicamente demolito.

Grazie ad una gara di solidarietà (oltre 15milioni di donazioni) e a mani capaci di restituire speranza, il centro sud sta vivendo le prime concrete azioni capaci di guardare al domani.

Pur nella difficile ricostruzione numerica, sono certe le 2500 persone ospitate nei campi, fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Trecento persone vivono ora negli alberghi messi a disposizione a San Benedetto del Tronto, un centinaio di famiglie si sono trasferite nel comune dell’Aquila, altre ancora si sono spostate in altre regioni in casa dei parenti, i più anziani in residenze assistenziali sanitarie.

Contemporaneamente proseguono le verifiche di agibilità per quelle abitazioni che hanno resistito al sisma e chi se la sente, potrà tornare nella propria casa. Un’offerta consistente viene dai proprietari di seconda casa, che la cedono volentieri ai cittadini terremotati. Questi ed altri elementi soccorrono il piano di riabilitazione previsto dai Sindaci e dalla protezione civile, impegnati in sopralluoghi per poter scegliere le aree in cui verranno montati i map (moduli abitativi provvisori), che sostituiranno le tendopoli.

Nel segno della legalità e della trasparenza, la riattivazione economica parte da un contributo straordinario alle imprese, che il Governo vuole investire subito, affinché la ricostruzione non subisca ritardi, perché la messa in sicurezza del territorio non è più rinviabile.
Gocce di ottimismo alimentano la creazione di scuole, pur nel loro carattere emergenziale, e tutti attendono il decreto legge del dopo-terremoto previsto per il 3 ottobre.

Nei giorni scorsi, gli abitanti delle zone limitrofe ai territori colpiti dal sisma, dove non ci sono state vittime, ma che hanno le case lesionate, hanno chiesto attenzione anche per la loro precaria situazione. Ne deriva una complessa e articolata necessità di interventi a largo campo, che il senatore Renzo Piano sta valutando nell’intento “di creare nel tempo un cambio di mentalità nelle costruzioni, nella pianificazione urbanistica, nell’adeguamento energetico, sismico e ambientale: una rivoluzione copernicana che richiede un ripensamento e uno sforzo indispensabili ad una politica preventiva”.

Nel mentre e in attesa di una auspicata epifania, la televisione, i siti web, ci rimandono le immagini di persone colpite al cuore, ferme a guardare le macerie delle loro case, a stringere in mano una fotografia di un parente, un amico che non c’è più, lì, con loro. Volti fieri e scolpiti in un dolore austero, attento a non perdere la forza di camminare ancora sulle strade che li hanno visti giocare, crescere, studiare e lavorare.

Sì la terra ha tradito, così come le case e quelli che le hanno costruite, ma quella e solo quella è la “loro” terra, la amano nonostante tutto e non la possono abbandonare.

Andreina Corso | 24/09/2016 | (Photo d’archive) | [cod terreme]

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