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Ragionamenti sui terremoti (3a parte)

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Si nota in queste giornate un’audacia giornalistica inedita, si scoprono possibilità preventive ripartite in un numero prima d’oggi sconosciuto di tecniche, di modalità e strumentazioni in grado di farci sperare nella riscossa di un’Italia svegliata di soprassalto e pronta a rimediare e ad agire.

Conviene affidarsi agli esperti che ipotizzano la necessità di un adeguamento edilizio immobiliare per quel 60% di edifici costruito prima del 1974, quando sono entrate in vigore le prime norme antisismiche. L’Oice (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica) ritiene che il costo per questo tipo di interventi, corrisponda a 36 miliardi.

Il governo potrebbe utilizzare, come spiega il prof. Camillo Nuti, già docente di tecnica delle costruzioni in zona sismica alla Facoltà di Ingegneria di Roma 3, “i 10 miliardi concessi dall’Unione europea per i primi investimenti sulla sicurezza. Vuol dire 30mila euro per appartamento e circa 400 mila euro per un condominio di quattro piani. Non poco, ma si tratta di cifre che spesso vengono spese comunque, nel complesso, per una serie di interventi riparativi che non risolvono il problema. Bisogna mettersi in testa che non ha senso rifare la cucina se poi le strutture della casa sono a rischio. . .”

E’ dal patrimonio di conoscenze, dalle tecnologie esistenti che si deve partire, continua il prof. Nuti, mettendo l’accento sui tanti lavori che si possono effettuare:dagli isolatori antisismici da disporre alla base degli edifici, all’utilizzo della fibra di carbonio attorno ai pilastri per evitare fratture, rinforzi tramite catene, controventi dissipativi tra un piano e l’altro.

Impossibile ignorare il problema economico per chi effettua lavori di questo tipo. Infatti si potrebbe recuperare il 65% della spesa, ma in dieci anni e questi sono tempi difficili. Come fare se si vuole investire sul futuro? Del resto la vita delle persone, quanto vale?

La solidarietà è grande in queste giornate e proviene anche da gesti spontanei, come quelli dei profughi che si sono tolti di tasca gli unici 2euro e cinquanta, per contribuire alla raccolta per i terremotati, mentre incalza il solito veleno che non si annacqua neppure di fronte alle tragedie. C’è ancora chi ha voglia di stendere inaccettabili graduatorie sui diritti del genere umano, e approfitta di queste situazioni per mostrare il volto più brutto e razzista del Paese.

Intanto mani operose di ogni colore sono aperte e tese per aiutare la gente che sta vivendo un lutto definitivo, ma che forse trova conforto in quell’umanità che riesce perfino ad accendere una speranza.

(continua: quarta parte)
(terremoto: seconda parte)

Andreina Corso | 29/08/2016 | (Photo d’archive) | [cod terremoto]

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