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Tentata rapina alla gioielleria Damiani con i fumogeni: scene da film in Piazza San Marco

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Trambusto oggi verso le 14 in Piazza San Marco. Un nostro lettore, Renzo Folin, attraverso la pagina Facebook, informava della presenza anomala di fumo intenso in Piazza San Marco, ipotizzando che potesse aver preso fuoco un cestino delle immondizie. Altri lettori ci chiamavano allarmati per sapere se il fumo potesse essere collegato in qualche modo agli ‘allarmi bomba’. Ma la verità era un’altra.
Appena giunti sul posto apprendevamo che ignoti avevano tentato una rapina in una nota gioielleria della Piazza. I banditi, poi, scoraggiati dalla presenza di forze dell’ordine già presenti nell’area, hanno desistito dallo scopo non riuscendo nel piano e sono fuggiti parandosi la fuga con l’accensione di un fumogeno.
I malviventi, secondo la prima ricostruzione dei carabinieri, sarebbero stati almeno due, e sono riusciti a dileguarsi mescolandosi tra i turisti, mentre parte della piazza veniva avvolta dal fumo. Solo paura e preoccupazione per il fumogeno tra le molte persone presenti in Piazza, ma
nessuno è rimasto ferito.

Con il passare dei minuti si apprendevano poi nuovi dettagli, come quello secondo il quale la banda di rapinatori ha fatto scoppiare due fumogeni – non uno, come appreso in un primo tempo – per coprirsi mentre cercava di fare il colpo in gioielleria.
Un ordigno per questo scopo era stato collocato alla base del campanile, mentre l’altro in mezzo alla piazza. I due ordigni hanno provocato una enorme colonna di fumo che ha invaso l’area marciana. C’è stato ovviamente un fuggi-fuggi generale, mentre turisti e negozianti hanno anche temuto un atto terroristico.

“Il fumogeno ha scatenato il caos in Piazza San Marco, ma non ci si aspettava una rapina, piuttosto un principio di incendio”, ha dichiarato Roberto Magliocco, presidente dell’Ascom di Venezia, che si trovava in Piazza San Marco al momento della tentata rapina.
“Mentre capitava tutto ciò – aggiunge Magliocco – io non ho visto forze dell’ordine presenti, sono arrivati una volta passato il fumo. Questo dimostra che la piazza va tenuta maggiormente sotto controllo – aggiunge -, con una sorveglianza più stretta, avvalendosi anche di telecamere a circuito chiuso, monitorate con continuità”.
Le prime indagini avrebbero rivelato che le telecamere di sicurezza in Piazza San Marco hanno invece effettivamente ripreso i malviventi che hanno tentato l’assalto alla gioielleria. L’indiscrezione da fonti qualificate vicine alle indagini.

A tentare il colpo sarebbero state quindi almeno quattro persone, tutti uomini: due hanno gettato un fumogeno ai piedi del campanile e nella Calle del “cappello nero”, alle spalle del negozio, mentre altri due hanno cercato di introdursi nei locali.
Non ci sono riusciti, perché il personale, sentite le urla di un turista che dava l’allarme, non ha aperto la porta.
L’azione era stata pianificata con accuratezza: le immagini delle telecamere mostrano uno dei banditi mentre guarda per sette volte il proprio orologio, per coordinare l’azione con gli altri malviventi.
In quel momento, secondo quanto riferito, Piazza San Marco, era presidiata da una pattuglia di Carabinieri, da agenti di Polizia, da quattro vigili urbani e da tre militari dei Lagunari.


 

“Sono riusciti ad entrare nella gioielleria fingendosi clienti, uno dei due pare avesse una pistola, ma i nostri dipendenti hanno reagito con coraggio, dando l’allarme e facendoli fuggire”. Così il presidente del gruppo Damiani, Guido Damiani, racconta al telefono all’ANSA le fasi della tentata rapina subita oggi dal negozio di Piazza San Marco della griffe, dove una banda di malviventi ha anche lanciato due fumogeni per ‘coprire’ l’azione, scatenando la paura in piazza.
“Ho parlato con la direttrice – spiega Damiani – e mi ha spiegato che sono riusciti a entrare fingendosi clienti. Ne è entrato prima uno, all’apparenza sembrava un cliente e gli è stato aperto, poi una volta all’interno ha fatto entrare anche il complice, che avrebbe estratto una pistola”.
“Per fortuna il nostro personale non ha subito conseguenze – aggiunge – e non è stato portato via nulla”.

“La direttrice – riferisce – ha avuto grande presenza di spirito, quando ha capito cosa stava accadendo ha fatto scattare l’allarme ed ha picchiato con le mani sulle vetrine per richiamare l’attenzione verso l’esterno”.

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