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Separazione Venezia – Mestre, comitato si rivolge a Mattarella

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Separazione Venezia - Mestre, parola a Mattarella

Il Comitato pro-referendum si rivolge al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere di sostenere di Venezia da Mestre.

Con una lettera accorata al Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, che è anche un esimio giurista, i sostenitori della separazione di Venezia da Mestre, sperano in un suo autorevole giudizio che interceda le differenti scelte ed opinioni in materia.

La Regione veneto (alleanza Lega Movimento 5 Stelle) ha accolto la proposta di iniziativa elettorale di indire il quinto referendum, mentre il Comune di Venezia, da sempre contrario alla divisione e favorevole alla Città metropolitana, è pronto al ricorso affidando al prof. Giandomenico Falcon di Padova, la dimostrazione dell’illegittimità della delibera che ha determinato la scelta della consultazione.

Il Comitato separatista, ha incassato sempre il no dei cittadini alla divisione del Comune, che sembrano preferire la città unica di terra e d’acqua, anche per una suggestione d’appartenenza, che riguarda l’esodo forzato dei veneziani in terraferma.

Il referendum si scontra con il punto di vista del Sindaco Luigi Brugnaro e del suo Consiglio, che ravvedono in quel provvedimento il contrasto con la Legge Delrio, che ha istituito Le Città Metropolitane, sancendo una fondamentale modifica al passato.

La Legge dice che la consultazione referendaria deve essere sottoposta a tutti gli elettori della Città Metropolitana e lo stesso vale anche per l’elezione diretta del Sindaco metropolitano. E ciò è possibile solo se il Comune capoluogo è diviso.

Ragioni che non convincono il Comitato che grida “al tradimento elettorale” e nel rivolgersi direttamente al Capo dello Stato – gli esponenti del Comitato promotore del referendum, tra cui Marco Sitran – chiedono il suo aiuto per il regolare svolgimento della consultazione – osteggiata dall’amministrazione comunale e il riconoscimento della specificità di Venezia, che richiederebbe appunto la creazione di un Comune autonomo.

«Il Consiglio Regionale del Veneto nella seduta del 14 febbraio 2017 – ricordano a Mattarella – ha votato a larghissima maggioranza la “meritevolezza” al progetto di legge di iniziativa popolare per l’istituzione dei Comuni di Venezia e di Mestre dando così dignità e legittimità all’iniziativa del comitato promotore, che gli scriventi rappresentano, volta a ripristinare le autonomie amministrative esistenti a metà anni Venti del Novecento.

Più di una creazione si tratta, infatti, di un ripristino: l’esigenza di ricostituire due entità amministrative autonome ha radici profonde e storicamente giustificate dato che, fino al 1926, il Comune di Venezia non comprendeva gli attuali territori e centri urbani della Terraferma: l’unificazione avvenne per effetto di un decreto-legge di epoca fascista, senza alcuna consultazione popolare»

E ancora: «La situazione di Venezia è drammatica, numerosi problemi, di ordine ambientale, di conservazione architettonica, di impoverimento del suo tessuto economico e sociale la affliggono, con la caduta demografica su tutti: in circa sessant’anni la Città ha perso oltre i due terzi dei residenti, scesi oggi a meno di 55 mila persone. Assieme ai residenti, sono sparite le attività tipiche di un centro urbano, gli uffici pubblici, le sedi di aziende: Venezia ha perso peso demografico, economico, politico. È necessario allora dotare Venezia di strumenti amministrativi e fiscali “specifici”, riconoscendole il rango di “Città”, così come lo è stata per secoli, e non quello, restrittivo, di “centro storico”, quartiere turistico di un più ampio nucleo urbano che si estende al di là della gronda lagunare.

Oggi Venezia soffre infatti di un errore concettuale che la considera come mero spazio museale e ricettivo. Un’amministrazione comunale dedicata potrà garantire, invece, un governo locale concentrato sulle specifiche caratteristiche di questa città; solo così si potranno favorire il ripopolamento, lo sviluppo articolato su economie di riequilibrio al turismo di massa e il radicamento di iniziative imprenditoriali rispettose del delicato equilibrio ambientale della laguna. Peraltro, Venezia e Mestre potranno essere Comuni Autonomi all’interno della Città Metropolitana, come espressamente previsto dalla legge vigente».

E insistono: «Purtroppo l’attuale amministrazione ha reagito in modo scomposto, minacciando ricorsi in via giurisdizionale amministrativa e schierandosi, sostanzialmente, per tentare di impedire di fatto la consultazione popolare.

Ci rivolgiamo quindi a Lei, come Supremo Garante della Carta Fondamentale dello Stato non certo, a nostra volta, per impedire o limitare un qualcosa ma affinché Lei possa, nei modi opportuni e coerenti con la sua Alta Carica, farsi portavoce autorevole della riconosciuta unicità di Venezia e della assoluta necessità, perciò, di avviare il processo, a tutti i livelli, di ricostituzione della Civitas Lagunare che vede nella sua autonomia amministrativa il prossimo, essenziale passo».

«Sarà fondamentale attrarvi nuovi residenti e nuove attività economiche concorrenti al turismo di massa, che la sta distruggendo, per impedire la omologazione di questo straordinario ed eclettico insieme di civiltà”.

Il 5 Aprile prossimo si muoverà la Città Metropolitana e ancora questo tema sarà dibattuto in Consiglio, perché le idee sul futuro della città a questo punto sono davvero intasate dalle troppe convinzioni.

Andreina Corso

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