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Scuola senza insegnanti: in Provincia di Venezia ne mancano 2000

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Freddo nelle classi, al Pacinotti, Gritti, Cini Vendramin Corner saltano le lezioni
Sono davvero troppi duemiladuecento posti vacanti in Provincia di Venezia che attendono regolare posizione nel mondo della scuola.
E ancor più sperano in corsi di studio regolare gli studenti, che in poco più di un mese dall’inizio delle lezioni, hanno visto un’alternanza continua di docenti far staffetta nelle classi, lasciandoli, prima stupiti, poi interdetti e preoccupati con le famiglie che sollecitano la ripresa armonica delle lezioni e chiarezza sul futuro dei loro figli.

La Buona Scuola ha sbagliato strada da questa angolazione, l’aver pensato che i trasferimenti da Sud a Nord e viceversa avrebbero garantito la presenza annuale degli insegnanti e la continuità didattica, ha aggiunto problemi a quelli già esistenti.

Lo Snals a gran voce, ma anche gli altri rappresentanti dei sindacati scuola, considerano che mai si è arrivati a una situazione tanto complicata e a farne le spese sono soprattutto gli studenti, scoraggiati e sfiduciati dal fatto di non potersi affidare ad un insegnante, al suo metodo d’insegnamento.

Cinquemila docenti candidati aspettano di essere nominati, mentre negli istituti superiori mancano 933 professori, 492 alla Scuola media, 775 maestri tra elementari e materne. Ne consegue un via vai di docenti che si presentano nelle segreterie delle scuole e sperano in qualche giorno di lavoro, una volta esaurita la graduatoria delle supplenze ufficiali.

Tutte le scuole, gli istituti, i licei soffrono per questo clima di incertezza che, pur nel rispetto delle scelte (talvolta obbligate) professionali ed umane dei docenti, le conseguenze pesano sui ragazzi, sulla qualità della stessa scuola: è capitato che in una classe della Media Silvio Trentin di Mestre, in pochi giorni siano sfilati quattro insegnanti della stessa materia.

Può succedere che un docente accetti la nomina, ma poi nel ricevere un’altra opportunità, magari più vicino a casa, la preferisca e abbandoni la precedente.

Si conoscono pure le difficoltà (anche economiche) di chi ha accettato un posto a Venezia lasciando la propria città e famiglia in una regione lontana. Al momento accetta, perché lavorare è necessario, ma poi deve trovare casa, ambientarsi, basta una telefonata, un problema di famiglia, l’influenza dei bambini (che ha lasciato ai nonni), ed ecco che cerca di ritornare a casa, come è ragionevolmente comprensibile.

Pesca e ripesca dalle graduatorie, in attesa del titolare (immaginario) della cattedra, presidi alle prese con le nomine di supplenti temporanei, studenti dentro un vortice di cambiamenti, anche loro dentro le maglie di una burocrazia e sistemi difficili da sbrogliare in questo mondo del sapere, che ha il compito di formare ed educare i giovani, sta insegnando a chi l’osserva e lo studia che la strada per la Buona Scuola è ancora lunga e tortuosa.

Andreina Corso

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